Microalghe e i loro benefici, dalle bioplastiche alla cattura di CO2
Le microalghe sono microrganismi unicellulari o costituiti da poche cellule, osservabili al microscopio, di cui sono catalogate oltre 50mila specie, tra cui le più note sono Clorella e Spirulina.
Questi microrganismi abitano acque dolci e salate, crescono rapidamente e resistono a condizioni ambientali estreme.
Sono stati tra i primi a svolgere la fotosintesi miliardi di anni fa, contribuendo all’ossigenazione degli oceani. Ancora oggi producono il 75% dell’ossigeno terrestre.
Le microalghe trovano impiego in diversi settori:
Alimentazione: Dieci specie sono state approvate dall’UE come ingredienti alimentari. Gli Aztechi già utilizzavano la spirulina per produrre pane e formaggi primitivi.
Biocarburanti: Rappresentano un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili, crescendo rapidamente tutto l’anno senza competere con risorse alimentari o richiedere pesticidi.
Emissioni: Attraverso la fotosintesi le microalghe assorbono anidride carbonica più velocemente di alberi e piante, eliminando tonnellate di CO2 dall’atmosfera annualmente.
Integrazione: Ricche di proteine (fino al 70%), carboidrati, minerali e vitamine, vengono trasformate in integratori naturali. Spirulina, Clorella e Astaxantina sono tra le più utilizzate per le proprietà antiossidanti.
Bioplastiche: I loro zuccheri vengono estratti e trasformati in biopolimeri. Il progetto europeo Seabioplas sviluppa processi per produrre acido polilattico (PLA), riducendo l’impatto ambientale rispetto alle plastiche tradizionali.
Le microalghe rappresentano quindi una risorsa chiave per un futuro più sostenibile, offrendo soluzioni innovative per alimentazione, energia e riduzione dell’inquinamento.