Sbiancamento dei coralli, la distruzione delle barriere coralline
Lo sbiancamento dei coralli verificatosi negli anni Novanta nella grande barriera corallina australiana, è stato il primo, seguito da altri episodi critici come quello che, tra il 2014 e il 2017, ha colpito il 70% delle colonie mondiali.
I biologi marini sostengono che in soli 30 anni siano scomparsi il 50% dei coralli presenti sulla terra e, se il riscaldamento globale non subirà una battuta di arresto, nel 2050 ne sopravvivrà solo il 10%.
L’aumento incontrollato dei gas-serra e il riscaldamento globale hanno un enorme impatto anche sui mari. Questi assorbono infatti una grande percentuale del calore, provocando un incremento generale delle temperature superficiali.
Tutte condizioni di stress per i coralli che, a causa dell’innalzamento della temperatura, espellono i microrganismi che creano la loro struttura e “scoloriscono”.
Molti scienziati stanno cercando di risolvere il problema dello sbiancamento dei coralli in diversi modi.
Il primo consiste nell’estendere le aree marine protette. In questi luoghi, dove la pesca e la presenza dell’uomo è spesso vietata, si riescono a mantenere i fondali intatti e creare meno stress nelle barriere. In altri casi, invece, si stanno allevando campioni di corallo che sopravvivono al grande stress ambientale.
Nei vivai marini si lasciano riprodurre per poi essere impiantati nelle aree danneggiate della barriera corallina. Infine, è al vaglio dei biologi la possibilità di introdurre nelle colonie delle specie di alghe che tollerano molto bene l’aumento della temperatura subacquea.
Nonostante le ricerche, l’unico modo per proteggere efficacemente dallo sbiancamento dei coralli è limitare il cambiamento climatico. La morte dei coralli è un grande problema per il nostro pianeta. Le barriere sono infatti luoghi ricchi di biodiversità, dove i pesci si riproducono e si nutrono.
Non solo, molte specie, nascondendosi tra le cavità create dai coralli, sfuggono ai predatori e sopravvivono. Lo sbiancamento dei coralli porta quindi a una perdita di biodiversità, in grado di danneggiare in maniera irreparabile i fondali. Secondo uno studio condotto dagli scienziati della Lancaster University lo sbiancamento dei coralli mette in pericolo la vita dei pesci farfalla.
Questi pesci sono considerati indicatore chiave sullo stato di salute della barriera corallina che, a causa del cambiamento di colore, sono portati a combattere tra di loro consumando preziosa energia vitale.Oltre alla sua bellezza, la barriera corallina rappresenta una fonte primaria di biodiversità marina.
La sua rapida sparizione dovuta anche all’acidificazione degli oceani è un problema di rilevanza globale. L’impoverimento di questo ecosistema, oltre a danneggiare le mete turistiche e mettere a rischio migliaia di posti di lavoro, ha anche conseguenze ambientali notevoli.
Aree costiere molto sensibili, infatti, senza l’azione protettiva delle colonie sarebbero più esposte all’azione dell’erosione e a tsunami di forte intensità.