L’acchiappa colore e la sua funzione all’interno della lavatrice

L'acchiappa colore per la tua lavatrice

L’acchiappa colore è stato inventato negli anni 90 e da quel momento ha rivoluzionato i cicli in lavatrice, riducendo i piccoli e grandi incidenti di lavaggio.

Inserito all’interno del cestello, questo piccolo fazzoletto consente infatti di assorbire eventuali perdite di colore da parte di capi nuovi e colorati, in modo da non macchiare in modo irreversibile gli altri abiti durante il ciclo.

Si tratta di un foglietto di forma rettangolare realizzato con fibre assorbenti che, se inserito nel cestello della lavatrice, è in grado di attrarre e intrappolare il colore, assorbendo eventuali perdite all’interno della lavatrice. La sua introduzione sul mercato ha permesso di dare il via ai lavaggi misti, dove capi scuri e chiari possono essere inseriti insieme nel cestello senza il rischio di incidenti (sempre con le dovute accortezze).

I fogli acchiappa colore permettono anche di assorbire lo sporco ostinato disperso nell’acqua, in modo che questo non si depositi sulle fibre, provocandone l’ingrigimento dei capi. Versatili e semplicissimi da usare, sono efficaci a tutte le temperature.

I panni dell’acchiappa colore sono realizzati senza impiego di microplastiche, poiché composti da fibre naturali che li rendono morbidi al tatto.

Quando vengono inseriti dentro la lavatrice conservano pienamente la loro forma e quindi, alla fine del ciclo, possono essere rimossi dal cestello e gettati negli appositi contenitori dell’immondizia.

Esiste un modo migliore per tutelare l’ambiente e ridurre lo scarto dei fogli e delle confezioni, nonostante l’acchiappa colore sia un prodotto green?

L’ozonizzatore domestico Igenial è la soluzione poiché consente di lavare bianchi e colorati insieme senza creare nessun tipo di scarto.

Grazie all’azione igienizzante dell’ozono, inserito dal dispositivo direttamente all’interno dell’acqua di lavaggio, è possibile effettuare cicli di soli 30 minuti alla temperatura massima di 30° per ottenere un bucato perfetto.

In più, l’ottimizzazione dei lavaggi e la riduzione di tempi e temperature, si traduce in un notevole risparmio di acqua e di energia, ben evidenti in bolletta.

 

Viaggi sostenibili, la guida per spostarsi rispettando il pianeta

viaggi sostenibili

Il fenomeno dell’overtourism sta facendo discutere tantissimo e pone istituzioni e turisti di fronte a scelte drastiche per tutelare il paesaggio e la biodiversità dei luoghi più affascinanti del pianeta.

Quando arriva il momento di prenotare le vacanze, pensare ai viaggi sostenibili è fondamentale per preservare le bellezze del nostro pianeta e non impattare negativamente su popolazioni locali, flora e fauna.

Programmare questo tipo di soggiorni, però, potrebbe non essere semplice se non si hanno bene in mente i propri obiettivi.

Per cominciare, è necessario capire dove andare. Questi sono alcuni esempi di destinazioni green:

  • capitali verdi europee
  • paesi virtuosi
  • paesini di montagna
  • cammini sulle antiche vie e destinazioni di pellegrinaggio

Una volta scelta la meta, si può procedere con la preparazione della valigia. Il consiglio è quello di portare solo l’indispensabile, riducendo al minimo la quantità di vestiti e scegliendo solo prodotti per la cura personale sostenibili.
Per mete vicine, è consigliabile evitare l’aereo – tra i mezzi di trasporto più inquinanti – preferendo soluzioni alternative. Il car pooling può aiutare a diminuire il numero di veicoli circolanti per le strade, oltre a rappresentare una fonte di risparmio sulle spese del viaggio.

Quando possibile, la bicicletta rimane il veicolo più green in assoluto, che permette anche di spezzare le tappe e godersi al meglio i panorami.

Per chi ama il campeggio, dormire in tenda o in camper si rivela un ottimo stratagemma per diminuire la propria impronta ecologica in vacanza.

viaggiare in camper

Infine, esistono poche ma semplici regole universali per garantire al proprio viaggio un’impronta ecologica minima ed essere davvero sostenibili. Ecco le fondamentali:

  • Portare sempre una borraccia
  • Non inquinare
  • Non sprecare cibo e acqua
  • Rispettare la natura
  • Privilegiare buste e contenitori con materiali naturali per conservare i souvenir (ma soprattutto chiedersi se ce n’è davvero bisogno)

Cambiando punto di vista, anche le mete turistiche possono incentivare un turismo sostenibile.

L’Unione Europea ha raccolto 18 indici per monitorare la salute ambientale dei luoghi di villeggiatura attraverso l’Environment Sustainability Performance. Controllarli prima di partire è la scelta più green che si possa fare.

sostenere i viaggi green per salvaguardare la bellezza dei nostri paesaggi

Gli addolcitori di Acqualife, cosa sono e come funzionano

eliminare il calcare con gli addolcitori

L’acqua che arriva nelle nostre case e che si utilizza per cucinare, lavarsi e per tutti gli usi domestici spesso può contenere un importante quantitativo di sali di calcio.

In questo caso viene considerata dura e può causare accumuli di calcare nelle tubazioni e negli elettrodomestici. Il calcare con il tempo porta a numerosi problemi e per questo dovrebbe essere rimosso periodicamente con appositi prodotti.

La sua presenza, infatti, danneggia gli elettrodomestici e la rete idrica diminuendone l’efficienza e consumando una maggiore quantità di energia.

Per rimediare a questo problema è fondamentale valutare l’installazione dell’addolcitore domestico.

Questo impianto, collegato a monte dell’impianto idrico della casa, permette di eliminare ioni di magnesio e calcio dall’acqua, principali responsabili della formazione del calcare, sostituendoli con ioni di sodio.

Acqualife dispone di differenti tipi di impianti che permettono di dire addio al calcare in base alle esigenze delle famiglie e ai consumi. Qui di seguito:

  • Addolciore acqua anticalcare 7 litri
  • Addolcitore acqua 10 litri
  • Addolcitore acqua 15 litri
  • Addolcitore acqua 25 litri
  • Anticalcare elettronico domestico

In base alle proprie esigenze, il personale qualificato dell’azienda è in grado di consiglia il prodotto più idoneo, anche in base al tipo di acqua presente nell’abitazione.

Tipi di addolcitori di Acqualife

I vantaggi di installare un addolcitore sono davvero numerosi. Ecco i principali:

  • Risparmio fino al 50% sui costi energetici
  • Riduzione delle spese per riparazioni e manutenzioni di elettrodomestici e impianti
  • Nessuna macchia di calcare su rubinetti, pentole, box doccia, piastrelle del bagno e della cucina
  • Stop alle incrostazioni di calcare su tubature e apparecchi domestici
  • Pulizia migliore e sensazione di benessere per adulti e bambini
  • Lunga vita agli indumenti e maggiore igiene
  • Fino al 50% in meno nei consumi di shampoo, detergenti e detersivi
  • Meno utilizzo di prodotti chimici

Per ricevere ulteriori informazioni sull’addolcitore domestico, è sufficiente contattare senza impegno Acqualife compilando gli appositi moduli sul sito, app, oppure telefonado al numero verde 800036471. Cosa aspetti?

Quando è nato il depuratore acqua domestico e come si è evoluto

la storia dei depuratori domestici

La storia della depurazione dell’acqua è più antica di quanto si possa pensare. L’utilizzo di lenti di ingrandimento e, successivamente, del microscopio, hanno permesso di individuare la presenza di batteri e microrganismi sulla superficie del liquido, identificati subito come sostanze da eliminare.

Nel 1685, il fisico e matematico italiano Lucantonio Porzio mise a punto un primo filtro basato su un’unità di sedimentazione e una di filtraggio con la sabbia. Nel 1746, secondo i dati del Museo del Rubinetto, fu presentato il primo brevetto di un depuratore, utilizzato sei anni dopo anche in ambito domestico.

La vera svolta arrivò solo a metà dell’800 a causa di una terribile epidemia di colera che rese fondamentale la purificazione dell’acqua potabile. Al suo interno, infatti, si scoprirono annidarsi i microrganismi responsabili della patologia. A inizio ‘900 entrarono finalmente a regime i primi depuratori industriali.

depuratori industriali

Da quando è stato inventato il depuratore, prima di sgorgare dal rubinetto delle abitazioni, l’acqua potabile subisce diversi controlli per poter essere definita tale. A ogni passaggio vengono eliminate eventuali sostanze che vi entrano in contatto durante il viaggio dalle fonti e dalle falde acquifere agli acquedotti comunali.

Oggi, all’interno degli impianti di depurazione, si svolgono due passaggi differenti per rendere l’acqua potabile: il primo è meccanico e separa le sostanze di diversa consistenza, il secondo è biologico e utilizza batteri che eliminano le sostanze organiche.

Le acque comunali sono soggette a molti controlli durante il loro percorso dall’acquedotto fino alle abitazioni private. Ciò nonostante, la condizione di usura degli impianti domestici potrebbe causare la presenza di eventuali sostanze indesiderate nell’acqua.

Ecco perché, da quando è stato inventato il depuratore acqua domestico, sempre più italiani lo installano a casa per godere di acqua leggera e salutare direttamente dal rubinetto.

Eco-ansia, il malessere psicologico causato dal cambiamento climatico

Eco-ansia

L’eco-ansia è un disturbo della salute mentale e del benessere psicologico legato ai cambiamenti climatici. L’ansia climatica è ormai diffusa nella popolazione mondiale, con alcune sostanziali differenze rispetto alla zona del pianeta dove si abita.

I Paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico sono quelli in cui i sintomi dell’eco-ansia sono più forti, e nel mondo occidentale i giovani rappresentano la fascia più colpita dal fenomeno.

Ma che cos’è questo fenomeno? Conosciuta anche come ansia climatica, l’eco-ansia è un’eccessiva preoccupazione nei confronti dei cambiamenti climatici che porta a stati depressivi o di eccessiva agitazione.

I soggetti che ne soffrono hanno un’ansia cronica nei confronti del destino del pianeta e guardano con preoccupazione al surriscaldamento globale.

Ogni disastro ambientale accresce la paura, la disperazione e il senso di impotenza di chi soffre di eco ansia, portando a domandarsi in maniera ossessiva quale sarà il destino del pianeta (e dei suoi abitanti).

Le persone affette da ansia climatica sono quindi molto sensibili a discorsi che riguardano il cambiamento climatico, la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare.

Praticare la meditazione, passare più tempo nella natura, fare esercizio fisico e scegliere di informarsi solo da fonti verificate e per pochi minuti al giorno può ridurre gli effetti di questo tipo di ansia. Parlare con terapisti, psicologi e psichiatri può invece aiutare a comprendere l’origine del problema e a contrastarlo in modo efficace.

Chi ha sintomi lievi di eco-ansia potrebbe poi trovare beneficio nel “passare all’azione”, ovvero attuare una serie di cambiamenti nel proprio stile di vita per ridurre l’impatto ambientale e non sentire quei fastidiosi sensi di colpa.

In America esistono dei veri e propri programmi come “Good Grief Network” che, attraverso 10 step, insegnano alle persone a condividere con gli altri le proprie preoccupazioni, per liberarsi del peso dell’ansia climatica.

I tipi di filtraggio nei sistemi di depurazione dell’acqua domestica

tipi di filtraggio acqua

L’acqua che sgorga dai rubinetti non è sempre all’altezza delle aspettative perché, quando lascia gli impianti comunali, potrebbe incontrare sostanze indesiderate all’interno delle tubazioni obsolete degli edifici.

Il filtraggio garantisce la freschezza e leggerezza dell’acqua per il consumo quotidiano direttamente dal rubinetto della propria casa.

Esistono tre diverse tipologie di filtraggio dell’acqua, che lavorano instancabilmente per rimuovere eventuali elementi come cloro, sedimenti, batteri e altri inquinanti insidiosi:
• Microfiltrazione: è il primo mezzo di difesa contro le impurità
• Ultrafiltrazione: ha una precisione elevata nella rimozione di particelle fini
• Osmosi inversa: si rivela l’eccellenza nella depurazione domestica
Il risultato? Un’acqua del rubinetto leggera, gradevole, da bere e per cucinare senza pensieri.

Microfiltrazione: il primo passo

La microfiltrazione rappresenta il primo stadio nel filtraggio acque. Semplice ma efficace, questa tecnica utilizza membrane con pori microscopici fino a 0.1 micron.

Il trattamento dell’acqua con l’ultra-microfiltrazione

Le dimensioni dei pori delle membrane per l’ultra-microfiltrazione oscillano tra 0,01 micron, permettendo di rimuovere una vasta gamma di contaminanti, sfruttando membrane semipermeabili. Offrono un livello di purezza superiore alla microfiltrazione, fino a 10 volte di più.

Osmosi inversa, l’eccellenza nella depurazione

L’osmosi inversa detiene lo scettro dell’eccellenza nella depurazione e nel filtraggio acque. Questa tecnologia avanzata sfrutta la pressione per forzare l’acqua attraverso una membrana semi-permeabile, ottenendo:

  • Un’acqua praticamente priva di impurità;
  • Rimozione di ioni disciolti;
  • Eliminazione di eventuali contaminanti molecolari

Acqualife si distingue come leader di mercato per i depuratori d’acqua domestici. Con la sua gamma di impianti di filtraggio dell’acqua all’avanguardia e filtri per acqua potabile di alta qualità, il brand offre soluzioni complete per garantire un’acqua leggera e fresca direttamente dal rubinetto di casa.

Quanto sono inquinati i mari italiani?

mari inquinati in italia

Le Nazioni Unite hanno dichiarato gli anni 2021-2030 come il ”Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile” poiché l’inquinamento dell’acqua dei mari è un problema globale.

L’inquinamento marino in Italia è causato generalmente dagli scarichi fognari e dal loro malfunzionamento, colpevole di trasportare sostanze antropiche, come la plastica.

Se non smaltita correttamente, rappresenta uno dei materiali più inquinanti sul pianeta, i cui quantitativi dispersi nell’ambiente hanno raggiunto dei livelli allarmanti.

Questo perché con il passare del tempo la plastica si degrada, dando origine a microplastiche invisibili a occhio nudo. Ecco perché un’acqua limpida e cristallina non sempre è sintomo di pulizia.

A seguito del bilancio finale di Goletta Verde, campagna di Legambiente per difendere e monitorare i mari, nel 2024 su 394 punti campionati, il 36 % è stato definito “oltre il limite” con il giudizio di fortemente inquinato.

Nei mari esiste un punto inquinato ogni 76 km di costa. Le foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua si confermano i punti più critici.

l'inquinamento delle foci dei fiumi

Questi dati fanno riferimento a una scarsa o assente depurazione e non vanno assolutamente a interferire sulla balneabilità che viene invece gestita dagli enti di competenza.

L’iniziativa “Il decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile” attraverso un programma comune di ricerca e innovazione tecnologica per contrastare l’inquinamento dell’acqua cercherà di raggiungere 7 obiettivi per i mari:

  • Oceani puliti
  • Acque protette e sane
  • Monitoraggio costante delle condizioni oceaniche
  • Sicurezza per le persone
  • Sostenibilità per garantire la fornitura di cibo
  • Oceani trasparenti per avere accesso a tutti i dati
  • Mari che ispirano e coinvolgono

I mari, infatti, sono destinati a diventare la settima fonte per l’economia, mentre le acque contribuiscono alla regolazione del clima e sono fonte di sostentamento per miliardi di persone.
Tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare azioni che aiutino a diminuire l’inquinamento, come il corretto smaltimento dei rifiuti.

Evitare di introdurre negli scarichi dei lavandini di casa olio o altri elementi inquinanti è cruciale. E ancora di più ridurre o eliminare il consumo di plastica.

Al giorno d’oggi esistono moltissime iniziative portate avanti da associazioni che mirano a ridurre l’impatto delle bottigliette di plastica sugli oceani.

Una bottiglia in PET può durare anche 450 anni nell’ambiente, mentre la plastica espansa anche più di 50 anni.

la bottiglia di plastica e l'inquinamento

I tessuti sostenibili, quali sono i più indicati per il tuo abbigliamento green

abbigliamento green ecosostenibile

Esistono tantissimi tessuti sostenibili ed eco fibre che rendono l’abbigliamento green e non impattano sull’ambiente, né durante il loro ciclo di produzione, né a fine vita.

Il bisogno dei consumatori di acquistare tantissimi capi a costi irrisori, spinge le aziende del Fast Fashion a utilizzare fibre tessili chimiche che, a fine vita, non riescono a essere smaltite correttamente.
Per i tessuti green le materie prima di partenza vengono coltivate (quando si parla di tessuti naturali), oppure prodotte in laboratorio.

Durante le fasi di produzione, sono poi trattate per essere più resistenti o avere determinate proprietà elastiche o traspiranti. La filiera deve inoltre tutelare il pianeta evitando l’impiego di pesticidi e sostanze chimiche in fase di coltivazione.

Ecco una lista dei tessuti e fibre sostenibili utilizzati per produrre abbigliamento green e impattare il meno possibile sugli ecosistemi.

Canapa biologica : “Beve” poca acqua e la sua resistenza permette di non impiegare pesticidi. È un tessuto anallergico e leggero.
Cotone organico : il cotone fa parte dei tessuti ecologici solo quando proviene da agricoltura organica e rispetta il GOTS.
Cotone riciclato: si ottiene riqualificando i rifiuti post industriali, impiegando meno energia e acqua rispetto alla produzione di primo impianto.
Lana ecologica: fibra naturale e biodegradabile, deve provenire da una filiera certificata da enti come il Responsible Wool, oppure essere riciclata.

Lana ecologica
Lino: prodotto dall’omonima pianta, viene coltivata impiegando molte meno risorse rispetto al comune cotone.
Lyocell: tessuto sostenibili che si ottiene con un processo di produzione green da rayon-viscosa attraverso la lavorazione di pasta di legno di eucalipto, proveniente da foreste certificate.
Piñatex: prodotto da scarti dell’ananas e impiegato oggi nelle collezioni di colossi dell’abbigliamento come & Other Stories e H&M.
Econyl: il Nylon può essere riciclato all’infinito dando vita a materiali come questo.
Orange Fiber: Si possono ottenere tessuti ecologici anche dagli scarti dell’industria alimentare, come dai residui di arance utilizzate per produrre succhi di frutta e profumi.
Newcell Fiber: Si tratta di una polpa ottenuta dalla lavorazione di elementi con alta percentuale di cellulosa, che viene introdotta nella produzione dei filati senza l’aggiunta di nessuna sostanza chimica.

Orange fiber

Oltre a quelle appena citate, esistono tantissime eco fibre su cui si sta sperimentando. Come quelle ottenute dai funghi, dalla vinaccia, dagli scarti delle mele, dai carapaci dei crostacei e dagli zuccheri del mais.

L’abbigliamento green, impiegando questi tessuti sostenibili, diventerà sempre più comune, impattando sempre meno sugli ecosistemi terrestri e tutelandone la biodiversità.

Come pulire le bottiglie di vetro quando si utilizza un purificatore d’acqua

Come lavare le bottiglie di vetro di Acqualife

Chi possiede un depuratore domestico sa che bere acqua di qualità è importante, così come pulire correttamente le bottiglie di vetro che la contengono.

Per tutelare la salute di tutta la famiglia e rispettare l’ambiente, è fondamentale pulire questi contenitori senza inquinare.

Chi li utilizza ogni giorno, infatti, dovrà preoccuparsi di lavarli quotidianamente, seguendo una routine che preveda almeno un risciacquo con acqua calda e una piccola dose di detersivo.

In linea generale, è sconsigliato mantenere l’acqua del rubinetto in bottiglia per più di due giorni senza procedere con il suo lavaggio.

L’aceto è un alleato della pulizia e aiuta a togliere gli odori più ostinati dalle bottiglie di vetro. Basta versarlo all’interno, tappare e agitare, inserendo anche del succo di limone per amplificarne l’effetto.

Per lo sporco più ostinato si dovrà lasciare agire tutta la notte, per poi sciacquare bene la bottiglia e farla asciugare a testa in giù, posizionandola su una griglia.

La combinazione di limone, aceto e riso crudo è un rimedio della nonna che consente di togliere odori sgradevoli, mentre il lavaggio con acqua e bicarbonato è consigliatissimo per pulire bene le bottiglie di vetro.

 

Un altro stratagemma consiste nel far bollire i contenitori di vetro inutilizzati, poiché al loro interno potrebbero accumularsi delle importanti cariche batteriche.

In alternativa anche l’ipoclorito di sodio è efficace per disinfettare le bottiglie di vetro.

I passaggi fondamentali per la pulizia sono:

  • Riempire la bottiglia di vetro di acqua calda
  • Aggiungere aceto per un risultato naturale o, in alternativa, del detersivo
  • Chiudere la bottiglia
  • Agitare con vigore
  • Rimuovere il contenuto dalla bottiglia
  • Pulire con attenzione la scanalatura della chiusura e anche il tappo
  • Lasciare la bottiglia capovolta in modo che si asciughi più rapidamente

Anche il tappo deve essere pulito con attenzione. Meglio evitare di inserirlo in lavastoviglie, procedendo con un panno delicato, specialmente se è in acciaio.

In questo caso, meglio immergerlo per qualche minuto in una soluzione di acqua e sapone, per poi sciacquarlo a dovere.

Alkipaper è il nuovo materiale che sostituisce la plastica

Biocompositi green

Sul mercato si trovano sempre più alternative alla plastica. Tra queste c’è Alkipaper, un materiale ideato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile che nasce da un processo di economia circolare, direttamente dai residui di produzione industriale cartotecnica.

Grazie a questa nuova green technology sviluppata da Alkivio Ssrl Società Benefit e startup dalla multinazionale Novacart SpA in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, saranno risparmiate all’ambiente tonnellate di polimeri di origine fossile.

Alkipaper è ricavato dai residui della produzione della carta. Può essere colorato ed è in grado di sostituire completamente la plastica con numerose applicazioni.

Dal mondo del packaging all’agricoltura, passando al design e allo sport, anche i settori delle costruzioni, della cosmetica, dell’animal care e tanti altri ne potranno giovare. La sua produzione è molto semplice.

I residui della lavorazione della carta vengono trasformati in granuli (pellet) pronti per rifornire di materia prima le aziende che producono oggetti in plastica.

granuli di carta in sostituzione alla plastica

Il materiale sviluppato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile che prende il nome di Alkipaper può essere impiegato nei processi di stampa a iniezione, estrusione, termoformatura, soffiaggio e stampa 3D. Il vantaggio? È compatibile con gli impianti già esistenti e quindi utilizzabile a livello universale.

La startup Alkivio ha realizzato oltre 90 diverse formulazioni con caratteristiche meccaniche e fisiche differenti, per adattarsi alle esigenze di molteplici aziende produttrici.

Nato grazie alla ricerca nel campo delle green technology, questo materiale fa da apripista verso un nuovo modello produttivo.

L’economia circolare sarà infatti sempre più al centro delle politiche industriali, per creare alternative alla plastica che possano fare del bene al pianeta e raggiungere gli obiettivi dettati dall’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.