Come avere acqua frizzante direttamente dal rubinetto della propria cucina

Ottenere acqua frizzante direttamente dal rubinetto della propria cucina oggi è possibile: basta installare un depuratore d’acqua a uso domestico.

L’impianto viene posizionato direttamente sotto-zoccolo o sovra-banco, in base allo spazio a disposizione in cucina.

L’installazione non comporta lavori di muratura, ma deve essere realizzata da personale qualificato per creare dei collegamenti a cui si deve prestare la massima attenzione.

L’acqua frizzante è molto apprezzata da un numero sempre maggiore di persone grazie alla sua azione dissetante dovuta alla presenza delle bollicine, che sollecitano il palato e stimolano i ricettori del gusto.

È preferibile bere acqua liscia oppure gassata?

L’aggiunta di CO2 non determina effetti negativi sul benessere del corpo. Anzi, se assorbita nelle giuste quantità, questo tipo di acqua offre il supporto di calcio e di sali minerali necessari al benessere dell’organismo.

Bere acqua frizzante fa bene specialmente se arriva dal rubinetto e viene purificata attraverso l’osmosi inversa. Ecco alcuni benefici:

Riduzione della spesa sul bilancio famigliare: non sarà più necessario acquistare le pesanti casse d’acqua al supermercato;

Rispetto dell’ambiente: si creano meno rifiuti plastici, fonte principale di inquinamento;

Aiuta la digestione: il contenuto leggermente acido, dovuto alle molecole di anidride carbonica, interviene in modo diretto a stimolare le mucose dello stomaco, offrendo una valida protezione prima di ogni pasto.

l’acqua frizzante e la digestione

l'acqua frizzante e la digestione

Azione idratante e dissetante: l’anidride carbonica interviene sui recettori del gusto, con una maggiore sensazione di freschezza sul palato, portando subito a una sensazione di freschezza.

Acqualife dispone di differenti impianti che propongono anche l’acqua frizzante e permettono di scegliere il tipo di gasatura più adeguato. Scoprili nella sezione dedicata dell’app.

Residuo fisso acqua che cos’è e qual è l’impatto sulla salute

Il residuo fisso nell'acqua

Il residuo fisso rappresenta la quantità di oligoelementi e sali minerali disciolti nell’acqua.

L’analisi viene effettuata al termine dei processi d’evaporazione ed essiccamento, a una temperatura di 180°C.

Il campione esaminato (di solito pari a 1 litro) viene precedentemente filtrato, al fine di eliminare eventuali sospensioni. Ciò che resta viene misurato e il risultato trovato è espresso in milligrammi per litro. Il residuo fisso, dunque, consente di identificare le acque povere di sali da quelle ricche.

Il Decreto Legislativo 31 del 2011 definisce in modo esaustivo le regole inerenti la qualità dell’acqua distribuita tramite la rete idrica dell’acquedotto e destinata al consumo umano, fissando il valore massimo consentito del residuo fisso a 1500mg/l.

In base al valore di questo parametro si definiscono perciò diverse tipologie di acqua:

  • Minimamente mineralizzata (residuo inferiore a 50 mg/L): si tratta di un’acqua povera di sali e altamente digeribile, l’ideale anche per i neonati.
  • Oligominerale o leggermente mineralizzata (residuo compreso tra 50 e 500 mg/L): fornisce un buon apporto di sali minerali.
  • Minerale (valore compreso tra 501 e 1500 mg/L): è perfetta per le persone anziane e i soggetti che praticano attività fisica.

I valori del residuo fisso

Un alto residuo fisso, in linea generale, non nuoce alla salute ma ogni individuo deve sempre scegliere l’acqua sulla base delle proprie esigenze e del proprio stile di vita.

Esistono, per esempio, alcune limitazioni per i soggetti affetti da calcolosi renale e ipertensione arteriosa.

I primi devono, infatti, prediligere acque povere di sali perché queste stimolano la diuresi. Queste sono povere di sodio e sono quindi perfette per le persone ipertese che notoriamente devono privilegiare un regime alimentare iposodico.

Residui fissi elevati nell’acqua possono, inoltre, influire sulla salute degli organi deputati all’eliminazione di scorie e tossine.

Un’acqua con un alto tenore di sali è, invece, l’ideale per tutti coloro che si dedicano a un’attività sportiva: una maggiore mineralizzazione consente di recuperare quanto perso nel corso dell’allenamento.

Il residuo fisso nell’acqua del rubinetto è notoriamente ingente, ma fortunatamente può essere ridotto tramite l’osmosi inversa con i dispositivi di Acqualife.

Il prodotto finale è leggero, ma soprattutto privo di batteri e virus, con una riduzione del 99% delle sostanze disciolte.

Questo trattamento è completamente naturale, non altera la struttura dell’acqua e può essere regolato a piacimento al fine di avere la concentrazione desiderata di minerali.

Le scorie vengono eliminate e l’acqua che esce dal rubinetto è di alta qualità.

L’acqua condominiale: distribuzione e qualità

Tra le tante voci da tenere sotto controllo nel bilancio del condominio, quella dell’acqua è molto importante.

Dalla ripartizione delle bollette secondo consumi o millesimi, alla lettura dei contatori, fino ai problemi legati alla rottura di tubature e alla mancanza di pressione, i fattori da tenere in considerazione sono molteplici.

Ogni condominio deve essere dotato di un contatore centralizzato, capace di registrare i consumi di ogni unità immobiliare, in alternativa, ogni appartamento deve possedere il proprio contatore.

Questo perché le spese legate al consumo acqua devono essere ripartite tra i singoli condomini.

Ma com’è l’acqua che arriva nelle nostre case?
L’acqua che arriva all’interno delle abitazioni è di qualità, poiché controllata scrupolosamente negli acquedotti comunali e nel suo percorso per raggiungere i diversi edifici cittadini.

Quando viene immessa nel sistema di tubature condominiali, però, potrebbe venire in contatto con sostanze indesiderate, a causa dell’usura delle condutture, o altre problematiche.

Ecco perché è importante eseguire controlli periodici sullo stato delle tubature condominiali ed effettuare interventi risolutivi le cui spese verranno ripartite secondo millesimi tra tutti i condomini.

Tenendo sotto controllo gli impianti condominiali, l’acqua del rubinetto manterrà le stesse proprietà di quella rilasciata dall’acquedotto comunale.

Saranno poi i singoli nuclei familiari a decidere se implementarla e renderla pura.

Infatti, nonostante l’acqua che arriva nelle nostre case sia di buona qualità, il consiglio è quello di effettuare dei test dell’acqua gratuito come quelli offerti da Acqualife, per valutarne durezza e residuo fisso, conducibilità e il ph.

Grazie ai depuratori acqua domestici è possibile migliorare la qualità dell’acqua proveniente dall’acquedotto, rendendola leggera, inodore e depurandola da sostanze indesiderate.

Attraverso speciali filtri e membrane, le tracce di batteri e metalli pesanti scompariranno e si potrà bere e cucinare utilizzando l’acqua del rubinetto in completa spiensieratezza.

 

L’inquinamento plastico in Italia, qual è la situazione?

L’Italia, che si affaccia per la gran parte dei suoi confini sul Mar Mediterraneo, è uno dei peggiori inquinatori d’Europa ed è il secondo Paese produttore di rifiuti plastici del continente.

I numeri forniti dal WWF sono molto precisi: ogni anno la nazione riversa in natura 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici e ne produce allo stesso tempo 4 milioni di tonnellate.

Il flusso turistico porta a un’incremento del 30% nella produzione di rifiuti plastici, soprattutto nei mesi estivi.

Oltre a essere causa del problema diventa anche parte lesa poiché i rifiuti abbandonati compromettono la salute di mari e spiagge.

L’inquinamento da plastica, dunque, è un problema da non sottovalutare e comprenderne l’entità è il primo passo per intraprendere delle azioni risolutive. Nell’ultimo anno, il programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) ha segnalato nero su bianco la strada da seguire per ridurre dell’80% l’inquinamento da plastica entro il 2040.

Tra i punti presi in considerazione vi è quello di eliminare dal commercio tutti gli imballi che non rientrano nel sistema di riciclaggio.

Il cambiamento si basa sostanzialmente su 3 punti fonfamentali: riutilizzo, riciclo e sostituzione.

Nel suo piccolo ogni singolo individuo può adottare dei comportamenti virtuosi che permettono di ridurre la plastica come per esempio:

  • Riutilizzare più volte i sacchetti
  • Comprare detersivi sfusi utilizzando lo stesso contenitore
  • Prediligere gli alimenti freschi e non confezionati
  • Utilizzare le bottiglie di vetro

L’Italia sta adottando diverse iniziative per far fronte al problema dalla plastica. Dal divieto della produzione di sacchetti di plastica non biodegradabili, nel 2020 è stata eliminata ogni traccia di microplastiche nei cosmetici e nel 2019 bannata la vendita di bastoncini cotonati non biodegradabili (che rappresentano l’8% dei rifiuti delle spiagge).

Si tratta di primi passi per raggiungere gli obiettivi prefissati nel 2040 e figurare, finalmente, tra i paesi più virtuosi dell’Unione Europea in tema di riciclo.

Plasmix, il rifiuto plastico che diventa energia termica

Chi pensa che il riciclo della plastica non produca scarti, allora non conosce il plasmix, un vero e proprio rifiuto che si crea eliminando gli oggetti non riciclabili dal processo di rigenerazione del polimero sintetico.

Con questi residui è possibile creare un combustibile alternativo utile per il recupero energetico in alcuni ambiti ben precisi.

Solamente nel 2022, secondo i dai di Corepla, le tonnellate di plasmix utilizzate per creare energia sono state 437.854.

Ma da dove arriva questo materiale? Quando si parla di imballaggi, è bene sapere che non tutti possono essere sottoposti al riciclo della plastica.

Esistono infatti regole ben precise che ogni Comune cerca di far rispettare per facilitare il processo di rigenerazione dei polimeri sintetici.

i polimeri sintetici

Questa situazione comporta la creazione di due differenti flussi: quello del regolare riciclo della plastica e quello del recupero energetico, alimentato dal plasmix.

Con questo nome si identificano gli imballaggi di plastica che si trovano nella raccolta differenziata ma che non possono essere riportati a nuova vita attraverso il riciclaggio meccanico.

Ecco quindi che, tutti quegli oggetti le cui condizioni e composizioni non sono idonee, vengono destinati a diventare combustibili alternativi e sono indicati con la sigla CSS (combustibili solidi secondari).
Il ciclo del plasmix è abbastanza semplice.Una volta separato dai materiali idonei al riciclo della plastica, è spedito in appositi impianti dove viene triturato in granuli e poi deferrizzato, rimuovendo la presenza di eventuali residui ferrosi.

In seguito, un processo ottico elimina anche altri materiali estranei come il pvc, mentre il metodo aeraulico rimuove anche eventuali altri metalli.

Un ulteriore fase di macinazione prepara il plasmix per essere definitivamente utilizzato come combustibile.

Il plasmix è impiegato come CSSCombustibile Solido Secondario e può sostituire il pet-coke, utilizzato normalmente per la cottura del clinker.

Agisce quindi alla base nel processo produttivo del cemento, dove il plasmix è essenziale per alimentare il precalcinatore e il bruciatore principale del forno rotante.

Grazie al suo basso impatto ambientale, il plasmix consente un ingente recupero energetico e rappresenta un interessante combustibile alternativo, riconosciuto dalla legge a tutti gli effetti.

Il Decreto Ministeriale n.22 del 14 febbraio 2023 ne delinea gli indici qualitativi e i parametri da rispettare per essere definito EoW – End of Waste e per rientrare nella registrazione “ECHAdall’Agenzia europea delle sostanze chimiche.

Cosa fare se la lavatrice puzza

La lavatrice che emette cattivi odori rappresenta un problema molto diffuso a livello domestico e che spesso viene sottovalutato.

Le cause di questo disagio possono essere molteplici, legate per esempio alla presenza di calcare e all’usura dei i tubi di scarico.

Inoltre, la puzza può riguardare i residui che si annidano tra le varie componenti dell’elettrodomestico, ossia:

  • il cestello
  • il filtro
  • le guarnizioni
  • le tubature

Per evitare che si creino cattivi odori all’interno della lavatrice, è necessario eseguire un lavaggio a vuoto una volta al mese, inserendo nel cestello una quantità minima di bicarbonato di sodio e, nel dispenser, del detersivo con un po’ di succo di limone.

Oltre a questo, è importante pulire il cestello della lavatrice che puzza per evitare che i cattivi odori vadano a compromettere il bucato.

Buona norma è quella di mettere dell’aceto nel cassetto del detersivo e impostare un ciclo alla massima temperatura.


Ci sono poi altre buone abitudini da adottare, come per esempio:

  • Non chiudere mai lo sportello del cestello.
  • Arieggiare spesso il cestello per far fuoriuscire i cattivi odori.

Se si riscontrano problemi di calcare si può utilizzare l’aceto per scioglierlo: basterà mettere un bicchiere nel cassetto del detersivo e un altro nel cestello dove vengono posti i panni sporchi.

Un altro passaggio da fare è di pulire i filtri lavatrice di carico e scarico a lavatrice spenta e con i rubinetti dell’acqua chiusi.

Il problema dei cattivi odori in lavatrice non è difficile da risolvere. Certo, ci sono molti accorgimenti casalinghi che possono essere utili, ma se si vuole garantire una pulizia continua e profonda, preservando l’elettrodomestico da un’usura precoce, bisogna affidarsi a uno strumento professionale come l’ozonizzatore domestico per lavatrici di Igenial.

Questo dispositivo tecnologico, collegato direttamente alla lavatrice, permette prima di tutto di lavare il bucato, senza l’utilizzo di detersivi ma solo con l’ozono.

In questo modo si elimineranno del tutto i residui di additivi e non ci saranno più cattivi odori in lavatrice.

I consigli utili per risparmiare acqua in casa

Come salvaguardare l'acqua

L’acqua è distribuita nel mondo in modo disuguale a causa delle condizioni climatiche e oggi più di 1,2 miliardi di persone non hanno accesso a quella potabile.

Proprio per questo è fondamentale salvaguardarla visto che, oltre a essere utilizzata per bere e cucinare, viene impiegata anche per usi domestici e in attività produttive.

Qui di seguito alcune regole per risparmiare acqua riducendone gli sprechi, risparmiando sulla bolletta e facendo del bene all’intero pianeta.

Utilizzare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico

Durante i cicli di lavatrice e lavastoviglie il consumo di acqua è molto elevato e può arrivare anche a 120 litri a lavaggio.

Per questo motivo è consigliato effettuare lavaggi a pieno carico e comunque solo quando è necessario. Ottimizzando i cicli il consumo di acqua si riduce notevolmente.

Chiudere sempre i rubinetti

Mentre ci si insapona sotto la doccia è bene chiudere il flusso d’acqua, così come spegnere il rubinetto mentre si spazzolano i denti.

Anche i lavori in giardino possono ottimizzare il consumo dell’acqua, specialmente quando si annaffiano le piante: è bene quindi recuperare l’acqua piovana e irrigare alla sera, quando la temperatura esterna è più bassa e l’evaporazione più lenta.

chiudere sempre i rubinetti

Non gettare oli e grassi di cucina nel wc

Molti pensano che l’olio da cucina e i grassi siano biodegradabili e che quindi sia corretto smaltirli nel wc o nel lavandino.

Purtroppo non è così, perché attraverso gli scarichi potrebbero raggiungere le falde acquifere e inquinare il terreno, danneggiando gli ecosistemi.

È bene quindi smaltirli nel modo corretto per preservare le fonti di acqua potabile e i raccolti.

Installare il frangi getto sui rubinetti di casa

I frangi getto sono dei piccoli dispositivi che, attraverso la ventilazione, riducono la quantità d’acqua in uscita dal rubinetto. Si installano in pochissimo tempo e si possono acquistare facilmente con un risparmio idrico che va dal 30% al 70%.

Riparare perdite di rubinetti e tubature

Le perdite d’acqua possono portare a importanti sprechi. È quindi importante riparare tempestivamente impianti e rubinetti in caso di rotture o malfunzionamenti.

La manutenzione ordinaria consente di individuare eventuali problematiche e risolverle, mentre un controllo al contatore permette di individuare tempestivamente consumi anomali.

Preferire la doccia al bagno

C’è chi non vuole rinunciare a un bel bagno caldo ma, rispetto alla doccia, lo spreco idrico è molto elevato. Per riempire la vasca si possono impiegare più di 150 litri di acqua, mentre la doccia consente di utilizzarne solo 16, con un risparmio di oltre il 75%.

preferire la doccia al bagno

Utilizzare il sistema a doppio tasto nella cassetta del wc

L’uso del wc rappresenta in media il 30% del consumo di acqua in casa. Per ogni utilizzo vengono infatti impiegati circa 10 litri. Grazie cassetta con doppio pulsante si può scendere a 6 litri.

Lavare gli ortaggi lasciandoli in ammollo

La frutta e la verdura, prima di essere utilizzate in cucina, devono essere lavate accuratamente per eliminare eventuali residui di terra e batteri venuti in contatto con gli ortaggi su diverse superfici.

Invece di sciacquarle sotto l’acqua corrente, il consiglio è di inserirle in una vaschetta piena di liquido, limitandosi a un risciacquo veloce sul finale.

Bottiglie d’acqua, il percorso dalla sorgente alla tavola

Da oltre cinquant’anni le bottiglie d’acqua sono una presenza fissa nelle case e sulle nostre tavole. Ma come avviene la fase di imbottigliamento?

L’acqua di sorgente viene incanalata – in condizioni asettiche e senza contaminazione umana – in appositi contenitori realizzati in vetro o in PET (un particolare tipo di plastica molto leggera e al contempo resistente).

Ma tutto inizia da una sorgente d’acqua, attraverso l’azione di captazione che può avvenire da acqua corrente oppure dalla falda.

Il liquido viene raccolto dalla sorgente e, attraverso particolari sistemi, convogliato verso lo stabilimento dove avvengono le successive fasi.

Da qui inizia il percorso di imbottigliamento che segue diversi procedimenti controllati che garantiscono la sicurezza dell’acqua minerale.

Ecco quali sono i principali step:

  • Incanalamento dell’acqua: la captazione prevede l’indirizzamento del liquido attraverso delle condotte in acciaio Inox;
  • Creazione della bottiglia in PET o in vetro;
  • Riempimento: una volta pronte le bottiglie di plastica o di vetro si passerà a colmarle con l’acqua della sorgente.
  • Tappatura ed etichettatura: a questo punto, la bottiglia viene sigillata attraverso un tappo di plastica o di alluminio e in questo modo si evita qualunque forma di contaminazione della sostanza al suo interno.
  • Invio per lo stoccaggio e il trasporto in magazzini e centri commerciali.

Il processo di imbottigliamento, grazie alle nuove tecnologie, è sicuro e preciso e consente di avere sempre acqua in bottiglia dalla sorgente direttamente nelle case.

Allo stesso tempo, però, per produrre acqua in bottiglia si ha un ingente consumo di energia e di risorse idriche.

Il punto debole della filiera dell’acqua in bottiglia è sicuramente lo stoccaggio.

Se la conservazione avviene a contatto diretto con la luce solare oppure se ci sono schiacciamenti, la plastica attraverso un processo detto “migrazione” può rilasciare microcomponenti nell’acqua. Si tratta di nanoplastiche e microplastiche non idonee per il consumo umano.

Preferire l’acqua del rubinetto porta numerosi vantaggi legati alla logistica, ai costi e alla qualità: si tratta infatti di acqua potabile già controllata per legge e a livello ambientale sicuramente più sostenibile poiché evita il passaggio dell’imbottigliamento.

Ovviamente si consiglia un depuratore d’acqua domestico per ridurre la presenza di possibili sostanze indesiderate e rendere il liquido leggero e salutare, perfetto da bere e per cucinare.

L’impatto dell’ozono sui lavaggi in lavatrice


L’ozonizzatore di Igenial, collegato alla lavatrice, è la migliore soluzione ecologica per ottenere un bucato impeccabile, senza sprecare detersivi e riducendo i consumi.

Progettato per essere fissato a ogni tipologia e modello di elettrodomestico, l’apparecchio permette di igienizzare e sanificare il bucato utilizzando lavaggi brevi, a basse temperature e senza utilizzare detersivi, dannosi per l’ambiente.

Partendo da come si forma l’ozono in natura, l’azienda ha deciso di sfruttare le sue innumerevoli proprietà, studiando un dispositivo che potesse lavare e igienizzare profondamente il bucato.

L’ozonizzatore domestico Igenial rappresenta la soluzione ideale per ottenere un bucato impeccabile in modo del tutto ecologico, ma soprattutto economico.

Immettendo ozono direttamente nell’acqua, l’ozonizzatore trasforma l’acqua della rete idrica in un naturale detergente capace di rimuovere germi, batteri e cattivi odori dal bucato, rendendo i panni freschi e perfettamente puliti.

Inoltre permette di dire addio a lunghi programmi di lavaggio, in quanto funziona con cicli rapidi di 30 minuti e permette di lavare capi bianchi e colorati insieme a basse temperature, senza rischiare di rovinarli e con un risultato impeccabile.

Una tecnologia semplice ma intuitiva che garantisce:

  • lavatrice più sana (allungandone la vita)
  • bucato impeccabile e sanificato
  • eliminazione dell’ammorbidente
  • risparmio sull’acquisto di detersivi e disinfettanti commerciali
  • rispetto per l’ambiente
  • risparmio sulla bolletta elettrica
  • rispetto per la pelle di tutta la famiglia

Igenial si conferma così il migliore prodotto per la pulizia del bucato, in grado di ridurre l’importo delle bollette ed eliminare l’uso dell’ammorbidente.

Che cos’è la Plastic Strategy dell’Unione Europea

industria di plastica

Nel 2015, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno riflettuto sull’importanza dell’industria plastica nella propria economia, proponendo nuove soluzioni per renderla più sostenibile.

L’economia circolare della plastica, sostenuta da innovazioni e creazioni di nuovi posti di lavoro, è stata quindi ritenuta la chiave per ottimizzare produzione e smaltimento, favorendo il riciclo a fine vita.

Così, nel dicembre dello stesso anno, è stato pubblicato un piano d’azione europeo per l’implementazione di una Plastic Strategy efficace e condivisa a livello comunitario.

Questo impegno è stato poi confermato nel 2017, con l’intenzione di rendere riciclabili tutti i packaging di plastica entro il 2030, con l’entrata in vigore ufficiale a partire dal 2018.

L’intento della Commissione Europea è stato chiaro fin da subito: riformare l’industria plastica secondo i principi di innovazione e sostenibilità, facendo sì che i volumi di produzione rispettino il reale fabbisogno e favoriscano il processo di riuso, riparazione e riciclo.

Questi accorgimenti porteranno a un minore impatto ambientale con una riduzione di emissioni e della dipendenza da combustibili fossili.

Ecco i principali obiettivi della Plastic Strategy europea, da raggiungere entro il 2023:

  • Tutti i packaging in plastica immessi nel mercato europeo dovranno essere riutilizzabili o riciclabili;
  • Modifiche sostanziali nel design e nella produzione di packaging consentiranno di separare più facilmente ogni componente e gettarlo nel giusto contenitore della differenziata;
  • Verranno creati 200000 nuovi posti di lavoro legati alla nuova industria sostenibile della plastica;
  • Le sostanze chimiche che ostacolano il corretto riciclaggio saranno eliminate dalle formulazioni;
  • La domanda di plastica riciclata in diversi settori crescerà grazie a nuove tecnologie produttive che aprano nuovi scenari progettuali;
  • Le emissioni di CO2 avranno un drastico calo e ci sarà un graduale abbandono dei combustibili fossili, in linea con l’Accordo di Parigi.

Ridurre la plastica e favorire il riciclo sarà possibile solo con una partecipazione attiva dei cittadini.

Presi in causa nella Plastic Strategy, fanno parte del piano europeo per l’economia circolare della plastica e dovranno essere coinvolti sempre di più, sensibilizzati e formati per abbandonare stili di vita non sostenibili ed eliminare gradualmente il consumo dei polimeri sintetici.

Le associazioni e i cittadini saranno invitati a prendere parte attiva alla pulizia delle spiagge e dei mari. Attività che saranno parte di un nuovo turismo sostenibile a cui sta a cuore la cura del pianeta.

Infine, gli imprenditori saranno incentivati dagli Stati Membri a intraprendere azioni risolutive, applicando soluzioni circolari e alternative green per sbarazzarsi della plastica esausta.