Il residuo fisso nell'acqua

Il residuo fisso nell’acqua e il suo corretto valore

Il residuo fisso acqua è un valore con cui vengono classificate le acque minerali e, in generale, quelle potabili. In sostanza si tratta della quantità di componenti solide perfettamente secche che restano all’interno di una capsula di platino dopo aver lasciato evaporare l’acqua alla temperatura di 180°C.

Questo parametro, espresso in milligrammi/litro, deve essere generalmente mantenuto basso: gli impianti di purificazione domestica consentono di tenerlo tra 20 e 50 mg/l, con possibile regolazione di salinità.

Residuo fisso, cos’è?

Il termine residuo fisso acqua deriva dall’inglese TDS ovvero Total Dissolved Solids e indica la quantità di solidi (oligoelementi e sali minerali) disciolti in acqua dolce.

Viene misurato per indici e aiuta a classificare le acque potabili identificando quelle ricche o meno di sali minerali.

Queste sono le principali:

  • Acqua solfata: solfati > 200 mg/l
  • Acqua clorurata: cloruro > 200 mg/l
  • Acqua calcica: calcio > 150 mg/l
  • Acqua magnesiaca: magnesio > 50 mg/l
  • Acqua fluorata: fluoro > 1 mg/l
  • Acqua ferruginosa: ferro bivalente > 1 mg/l
  • Acqua sodica: sodio > 200 mg/l
  • Acqua povera di sodio: sodio < 20 mg/l

Partendo dal residuo fisso acqua si identificano anche:

  • Acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso inferiore a 50 mg/l favorisce la diuresi
  • Acque oligominerali o leggermente mineralizzate: il residuo fisso inferiore o uguale a 500 mg/l fa sì che siano ideali per il consumo quotidiano
  • Acque mediominerali: il residuo fisso tra 500 e 1.500 mg/l le rende molto minerali
  • Acque ricche di sali minerali: il residuo fisso superiore a 1.500 mg/l viene consigliato dal medico in particolari casi a scopo curativo

acqua leggera di qualità

Qual è il residuo fisso consigliato

Il residuo fisso può causare problematiche a livello impiantistico: se l’indice è troppo alto potrebbero verificarsi incrostazioni oppure, a lungo andare, usura e corrosione delle tubazioni.

Per quanto riguarda la salute, il livello di residuo fisso deve essere tenuto sotto controllo poiché i suoi indici possono essere postivi o negativi in relazione allo stato di salute del singolo individuo.

Basso residuo fisso

Chi è affetto da ipertensione e predisposto alla formazione di calcoli renali, dovrà scegliere basso residuo fisso acqua per favorire la diuresi.

Le acque con residuo fisso basso e povere di sodio aiutano chi soffre di pressione bassa a mantenere un regime alimentare iposodico.

Anche le donne incinta giovano di un’acqua il cui valore di residuo fisso è compreso tra 150 e 250 mg/L per non rischiare di appesantire i reni.

Alto residuo fisso

Nei valori dell’acqua, un alto residuo fisso non è assolutamente lesivo del benessere, ma deve essere valutato con attenzione.

Un alto residuo fisso acqua è invece amico di chi fa molta attività sportiva poiché gli ingenti livelli di minerali sono ideali per recuperare tutte le sostanze perse in fase di allenamento.

L’acqua migliore da bere

Grazie ai depuratori domestici a osmosi inversa, i valori dell’acqua possono essere tenuti sotto controllo e il residuo fisso ridotto secondo parametri decisi direttamente dall’utilizzatore.

L’acqua leggera e salutare per bere e cucinare si ottiene grazie a delle membrane osmotiche che la separano dal 99,9% delle sostanze indesiderate.

Il trattamento può essere regolato per avere a disposizione una concentrazione di sali minerali personalizzata.