Come viene gestita la raccolta differenziata in Italia?

La raccolta differenziata in Italia

Il primo passo per smaltire i materiali esausti e riciclarli diminuendo il nostro impatto ambientale è fare una corretta raccolta differenziata.

La raccolta differenziata in Italia consiste nel dividere i diversi materiali di cui sono composti i rifiuti domestici (plastica, vetro, metalli, rifiuti organici…) facilitando il processo del riciclo per donare nuova vita agli oggetti.

La prima normativa italiana a prendere in considerazione la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti urbani è stata la legge 366 del 1941.

Solo successivamente, nel 1982, il DPR 915 introdusse la prima norma specifica e organica sulla gestione dei rifiuti introducendo il termine riciclo.

Da allora la raccolta differenziata in Italia ha fatto grandi passi avanti. Nel 2022 ha superando il 65% con un incremento del 1,2% rispetto all’anno precedente (Rapporto Istat sui rifiuti urbani – edizione 2023) confermandosi uno dei paesi più virtuosi a livello Europeo per il riciclo.

Oltre a normative interne sul territorio Italiano anche l’Unione Europea ha adottato delle misure per la gestione dei rifiuti, come per esempio la Direttiva Europea 2088/98/CE e le relative modifiche che stabiliscono un quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti allo scopo di proteggere l’ambiente e la salute umana.

Nello specifico sono stati stabiliti degli obiettivi europei sul riciclaggio dei rifiuti urbani:

  • Entro il 2025 deve essere riciclato il 55% dei rifiuti
  • Entro il 2030 la percentuale di rifiuti riciclati deve raggiungere il 60%
  • L’obiettivo ultimo è di raggiungere il 65% entro il 2035

La raccolta differenziata in Italia: la classificazione dei rifiuti

Sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si può leggere la definizione di “rifiuti”:

Le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sono definiti rifiuti.

Secondo la nuova classificazione dei rifiuti (decreto legislativo n 116), sono suddivisi secondo l’origine in:
1. Rifiuti urbani: i rifiuti domestici anche ingombranti (sia riciclabili che non) e qualsiasi rifiuto giacente sulle strade e aree pubbliche, compresi i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi.
2. Rifiuti speciali: rifiuti generati da lavorazioni industriali, attività commerciali e sanitarie, veicoli fuori uso…

E secondo caratteristiche in:
1. Rifiuti pericolosi: generati da attività produttive o civili che contengono un’elevata quantità di sostanze inquinanti e nocive. Come oli esausti, ricerca medica e veterinaria, raffinazione, processi chimici, pile, medicinali scaduti…
2. Rifiuti non pericolosi: tutti quei rifiuti che non contengono sostanze nocive o dannose

Ogni Comune, provincia e regione può decidere autonomamente le politiche di gestione dei rifiuti seguendo le linee generali indicate dal governo. Per questo motivo città anche limitrofe, possono avere differenti regole da seguire.

Per fare correttamente la raccolta differenziata in Italia bisogna sempre affidarsi al calendario ecologico del Comune. Questo per evitare di incorrere in piccoli errori o sviste che possono inficiare l’efficacia sulla raccolta.