L’ammorbidente naturale al posto dei detergenti chimici, quanto è efficace

La sensazione di un capo morbido appena estratto dalla lavatrice è impagabile. Ma chi ha detto che questo risultato si può ottenere solamente con detergenti chimici?

L’ammorbidente naturale meno inquinante che ci sia è l’acqua ozonizzata che, grazie all’eliminazione dell’elettricità statica all’interno del cestello, rende gli abiti e la biancheria naturalmente morbidi.

Provare per credere: basta un ozonizzatore domestico.

Ammorbidente naturale per lavatrice: che cosa utilizzare

In un’ottica di sostenibilità ambientale e, perché no, anche economica, trovare alternative ai classici ammorbidenti chimici può rivelarsi una scelta saggia.

In primis per le sostanze che, una volta esausto, si riversano negli scarichi arrivando fino in mare. In secondo luogo poiché questi additivi sono contenuti all’interno di confezioni plastiche che, se non smaltite correttamente, rischiano di alimentare l’inquinamento degli ecosistemi terrestri.

Ma perché è così difficile rinunciare all’ammorbidente? Questo additivo per il bucato, attraverso la sua formulazione, riesce a ridurre sensibilmente l’accumulo di elettricità statica tra le fibre e rende più agevole anche la fase di stiratura.

Il funzionamento è piuttosto semplice. Gli elementi chimici alla base dell’ammorbidente riescono a rilassare i tessili e, depositando un leggero strato di composti, agiscono sulla morbidezza e sulla profumazione del bucato. L’effetto sui capi dato dall’ammorbidente tradizionale rende difficile pensare di abbandonarlo senza avere una soluzione efficace a portata di mano.

Come rendere il bucato morbido senza l’ammorbidente

Il bicarbonato di sodio è un ammorbidente naturale per lavatrice efficace, se fatto sciogliere in acqua e aggiunto nel cestello. A lungo andare, però, potrebbe compromettere il funzionamento dell’elettrodomestico, accumulando calcare.

L’aceto aggiunto all’acqua di lavaggio (versato nel cassetto dell’ammorbidente nella misura di un bicchiere per ciclo) può aiutare a rendere più morbidi i capi. La controindicazione è legata all’odore, che in qualche caso potrebbe restare impregnato nel tessuto e creare fastidio.

Infine, sciogliere acido citrico in acqua distillata (con le proporzioni di 100g ogni litro) consente di ottenere un ammorbidente naturale particolarmente efficace, da profumare con apposite essenze per il bucato.

alternative all'ammorbidente

Cosa usare al posto dell’ammorbidente

Sebbene i rimedi naturali appena citati possano favorire l’abbandono dell’ammorbidente chimico, esiste un metodo ancora più efficace, privo di controindicazioni e senza pensieri. Si tratta dell’acqua ozonizzata: un igienizzante naturale che, grazie alla sua azione, elimina l’elettricità statica dal cestello e consente di avere capi dalle fibre morbide, senza chimica.

Viene immessa direttamente nell’acqua di lavaggio dall’ozonizzatore domestico, che viene fissato direttamente su ogni tipologia di lavatrice. Quando è in azione, il dispositivo tecnologico rilascia ozono nell’acqua che, a contatto con i capi, si trasforma in ossigeno attivo dalla potente azione igienizzante.

Una volta terminata la sua azione, si dissolve nell’acqua e non causa danni all’ambiente, poiché si tratta di una sostanza del tutto naturale. Ecco perché scegliere l’ozonizzatore domestico si rivela vincente per una casa più green e per un impatto diretto sull’economia domestica.

I plus dell’acqua ozonizzata

Oltre a eliminare l’acquisto di ammorbidente e ridurre sensibilmente le quantità di detersivo necessarie per ogni lavaggio, l’ozonizzatore domestico permette di velocizzare i cicli (bastano solo 30 minuti) e ridurre le temperature di lavaggio (massimo 30 gradi).

I capi bianchi e colorati possono essere lavati insieme, con un risparmio energetico notevole, visibile anche in bolletta.

Chi prova l’acqua ozonizzata non torna più indietro: è l’ammorbidente naturale più efficace che ci sia ed è facile da usare senza pensieri, grazie all’installazione di un ozonizzatore domestico.

ammorbidente naturale per i tessuti

Caro bollette, quando finirà e come risparmiare sui consumi

Da quando la guerra imperversa in Europa, diversi Paesi hanno iniziato a fronteggiare un importante caro bollette dovuto all’aumento vertiginoso dei costi dell’energia.

Ci troviamo infatti nel bel mezzo di una crisi energetica, che ha impattato direttamente sui costi di energia elettrica e gas, che continuano ad aumentare mettendo in difficoltà numerose famiglie, specialmente quelle con redditi bassi.

Per gestire questa situazione, il Governo italiano ha messo in campo una serie di iniziative come il Decreto Energia, per tutelare il portafoglio dei cittadini.

A cosa sono dovuti gli aumenti e il caro bollette

L’Italia è da sempre uno dei paesi europei dove il costo dell’energia è maggiore della media, sia se si parla di gas che di elettricità. Oltre a questo, a partire dal 2021 è stata protagonista di un’escalation dei prezzi energetici, sfociati in un caro bollette a dir poco preoccupante.

Le cause sono molteplici, legate essenzialmente a:

  • incremento della domanda di energia al termine dell’emergenza pandemica
  • guerra tra Ucraina e Russia che ha dato via a una speculazione finanziaria
  • drastica riduzione della fornitura di gas da parte della Russia
  • aumento del fabbisogno di gas per nazioni in cui è in atto la transizione energetica dal carbone a impianti a gas tecnologicamente più avanzati e green
  • crescita delle spese di trasporto energetico e della gestione dei contatori che ha determinato un aumento bollette

Per quanto riguarda i costi dell’elettricità, a partire dal secondo semestre del 2021 si sono registrati continui sbalzi, partiti dal +9,9% e arrivati a toccare il +29,8% nel quarto trimestre 2021 e il +55% nel primo trimestre del 2022.

Tradotta in euro, questa situazione altalenante ha portato le famiglie italiane a spendere in media 820€ in più all’anno per l’energia elettrica.

Ma il caro bollette ha riguardato anche il prezzo del gas, che all’inizio del 2022 ha toccato un +41,8%, tradotto in un incremento spesa medio di 600€ all’anno per famiglia.

l'aumento delle bollette

Che cos’è il Decreto Energia per i rincari d’autunno

Per fronteggiare i nuovi rincari d’autunno, il Decreto Energia n.131 pubblicato in Gazzetta Ufficiale e convertito con modificazioni in legge 27 novembre 2023 n° 169, delinea delle misure urgenti per contrastare il caro bollette, sostenendo il potere d’acquisto degli italiani e tutelandone i risparmi.

Questi provvedimenti, come quello che riduce le bollette di energia elettrica e gas, vanno incontro ai nuclei familiari più deboli e possono essere richiesti da famiglie con ISEE fino a 15000 euro, oppure fino a 30000 euro con quattro figli.

A loro spetta anche un allargamento della social card, che consente l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici e contiene contribuiti per il carburante.

A livello generale, il Decreto Energia:

  • Azzera gli oneri del gas naturale
  • Riduce l’iva al 5% per il gas metano a uso civile e industriale, impiegato per teleriscaldamento ed energia termica

Quando finirà il caro bollette

Predire la fine del caro bollette è molto difficile. Finché continueranno le tensioni in Europa, il prezzo per le materie prime si manterrà elevato e, di conseguenza influirà sull’aumento bollette. Gli effetti, alla fine del 2023, sono ancora visibili e lo saranno per mesi.

Consigli per diminuire i consumi

Dato che le tensioni internazionali e le speculazioni finanziarie potrebbero protrarsi per un periodo molto lungo, per contrastare il caro bollette, è necessario tutelarsi facendo scelte consapevoli. Dalla scelta dei fornitori di luce e gas che applicano tariffe migliori, fino alla scelta di soluzioni green per la casa.

Andando a intervenire sull’immobile con interventi mirati è possibile aumentare l’isolamento termico, ottenere bonus fiscali e un risparmio energetico notevole, che si traduce in bollette più leggere.

Inoltre, in questa situazione è vitale eliminare gli sprechi energetici spegnendo sempre le luci quando si esce da una stanza, non lasciando elettrodomestici in stand-by e ottimizzando il riscaldamento con programmi mirati sul termostato.

Infine, per chi volesse raggiungere l’autosufficienza energetica, esistono numerose soluzioni come i pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e il solare termico che consente di scaldare l’acqua sanitaria.

Prodotti Ecogenia utili per contrastare il caro bollette

Ecogenia mette a disposizione delle famiglie italiane numerosi prodotti in grado di rendere la casa più sostenibile e di ottimizzare l’economia.

Scegliendo un ozonizzatore domestico Igenial, per esempio, sarà possibile lavare capi bianchi e colorati insieme con cicli brevi di 30 minuti a una temperatura massima di 30°.

Questo si traduce in minor numero di lavaggi e consumo ridotto di energia elettrica, con conseguente risparmio in bolletta.

GenialEnergy, inoltre, offre soluzioni per una casa green, come l’accumulatore per acqua calda sanitaria e riscaldamento Sailer, che gestisce le temperature attraverso stratificazione per evitare inutili sprechi.

Con la linea GenialKap l’azienda mette a disposizione anche un’alternativa al cappotto termico dall’elevata traspirabilità che aiuta a mantenere la temperatura di casa controllata.

Caldo d’inverno e fresco d’estate significano minori costi di energia per l’aria condizionata e di gas per il riscaldamento.

Inoltre, l’azienda green propone soluzioni impiantistiche come pannelli fotovoltaici con sistemi di accumulo energetico e solari termici a svuotamento.

Una casa più sostenibile è il mezzo migliore per contrastare il caro bollette, garantire benessere alla famiglia e allo stesso tempo tutelare l’ambiente.

casa green con le soluzioni di Ecogenia

Come rimediare agli errori di bucato, tutte le soluzioni ecologiche

Rimediare agli errori di bucato in modo completamente naturale è possibile in quanto esisto prodotti dalle proprietà igienizzanti e disinfettanti.

Al giorno d’oggi in commercio però esistono moltissimi additivi chimici che a lungo andare rovinano i nostri capi.

Molti detersivi inoltre se usati con frequenza, aggrediscono il pH della pelle creando irritazioni e rossori diffusi.

Per tali ragioni, ecco come rimediare agli errori di bucato più comuni in maniera totalmente green!

Quando il bucato bianco diventa rosa

Ti sarà capitato almeno una volta nella vita di far diventare il bucato da bianco a rosa.

E’ uno dei classici sbagli che si commettono quando si lavano insieme bianchi e colorati.

In questo caso, come rimediare agli errori di bucato? Ecco due metodi ecologici validi:

  • Non lasciare che l’indumento si asciughi, procedi subito con un nuovo lavaggio ad alte temperature con sapone di marsiglia e due misurini di bicarbonato di sodio.
  • Aggiungi in una bacinella acqua frizzante, succo di limone e sale, dopodiché immergi per almeno 2 ore gli indumenti che desideri smacchiare e infine procedi con il consueto lavaggio in lavatrice.

Colori spenti? Utilizza l’aceto bianco

Per ravvivare i colori dei capi esiste un rimedio della nonna che si rivela il più delle volte efficace: creare un mix tra aceto bianco e sale.

Preparazione :

Due litri di acqua  – due cucchiai di sale grosso e un bicchiere di aceto bianco.

Immergere il tutto in una baccinella per circa un ora, in modo che il tutto possa agire e poi risciaquare. A questo punto rilavare il tutto a 30°

Recuperare un maglione infeltrito

Ritrovarsi con un maglione ristretto o con la lana più dura e compatta è una scesa che può capitare a tutti.

Le cause generalmente sono:

  • temperature errate dell’acqua
  • detersivo aggressivo
  • ph alcarino

Esistono dei metodi naturali per rimediare a questo errore di bucato, come ad esempio:

Una soluzione potrebbe essere quella di lasciare il capo in ammollo tutta la notte e solo la mattina lavarlo a mano con del sapone di marsiglia.

In alternativa acqua fredda e latte e immergere il capo per circa 2 ore. L’acqua deve essere in percentuale 3 volte superiore al latte.

Recuperare un maglione infeltrito

Cattivo odore del bucato dopo il lavaggio in lavatrice

Potrebbe anche capitare che il bucato non profumi e il motivo è molto semplice.

Si potrebbe pensare che possa dipendere dal detergente /ammorbidente  ma allo stesso tempo anche dalla pulizia della lavatrice che non va sottovalutata.

Lavare il cestello e le guarnizioni è un’operazione da fare costantemente.

Un’altra azione da non fare è quella di lasciare i capi nel cestello dopo la fine del lavaggio.

Questa azione contribuisce alla proliferazione dei batteri e alla formazione della muffa.

Eliminare gli odori con una soluzione di acqua e limone può risolvere il problema può essere interessante.

Inoltre effettuare un lavaggio a 90° mettendo nella vaschetta bicarbonato e limone.

perchè il capo puzza dopo il lavaggio

Ecogenia, la soluzione universale!

In questa breve guida abbiamo scoperto come rimediare agli errori di bucato più comuni, eppure non è sempre facile mettere in pratica tutti questi consigli.

Da oggi però esiste una soluzione facile e veloce che ti permetterà di avere sempre un bucato profumato e super pulito senza dover utilizzare additivi, quale?

Igenial ! L’ozonizzatore domestico per lavatrice!

Grazie all’ozonizzatore domestico non dovrai più rimediare a nessun incidente di percorso e inoltre risparmierai denaro in quanto, grazie all’utilizzo dell’ossigeno nell’acqua, i tempi di lavaggio si ridurranno  e non si utilizzaranno i detersivi.

Con Igenial eliminerai macchie e ogni capo sarà igienizzato anche a basse temperature.

Se vuoi un bucato sempre perfetto senza incidenti di percorso scegli l’ozonizzatore per lavatrici di Ecogenia!

Inquinamento ambientale causato dalla plastica, in cosa comporta

L’inquinamento ambientale è una problematica che sta destando un grande risconto mediatico.

La tanta attenzione su questo tema è dovuta alla necessità di tutelare il pianeta e di migliorare la qualità complessiva della vita di chi lo abita.

Uno dei fattori che più sta incidendo è la plastica, materiale sempre più utilizzato nelle attività quotidiane, ma che risulta particolarmente inquinante per l’ambiente.

Come si stanno comportando i Paesi per arginare tale condizione e quali sono le soluzioni che si possono adottare per contribuire tra le mura domestiche?

L’incidenza degli Stati sull’inquinamento ambientale

Gli Stati stanno adottando diverse misure per ridurre l’uso della plastica.

Più di 60 Paesi hanno aderito alla campagna globale denominata Clean Seas per combattere i rifiuti e l’inquinamento da plastica negli oceani.

Molti di questi Paesi si sono impegnati a ridurre l’uso della plastica monouso e a eliminarla completamente dalla società attraverso leggi e normative più severe.

Altri promettono maggiori investimenti negli impianti di riciclaggio nazionali e promuovono piani d’azione per prevenire danni agli ambienti costieri e marini.

Inoltre, la Commissione Europea, in futuro, dovrebbe presentare altre proposte utili per affrontare il problema dei rifiuti di plastica, comprese le microplastiche.

Le tematiche da tenere in considerazione per constrastare l’inquinamento

Quando ci si approccia al miglioramento del pianeta è molto difficile non tenere in considerazione quelle che sono le macro-tematiche che caratterizzano tale condizione.

Negli ultimi anni l’attenzione maggiore è stata posta, da parte dei Paesi più grandi, principalmente verso l’inquinamento del mare, le isole di plastica e la plastica monouso.

L’inquinamento dei mari causato dalla plastica

L’inquinamento dei mari è un problema globale che sta minacciando gli ecosistemi marini.

Esistono molte forme di contaminazione, tra cui l’inquinamento chimico, luminoso, acustico e quello provocato dalla plastica.

L’inquinamento da plastica è una forma di contaminazione che danneggia l’ambiente marittimo.

Si stima che ogni anno entrino negli oceani tra 4,8 milioni e 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica.

Questi rifiuti possono essere ingeriti da balene, gabbiani, tartarughe marine e altri animali e possono causare danni alla loro salute.

I rifiuti hanno anche un forte impatto sull’inquinamento degli oceani in quanto possono essere restituiti alla terraferma dalle onde e inquinare le spiagge e altre zone costiere.

Cosa sono le isole di plastica

Le isole di plastica sono vaste aree nell’oceano che hanno accumulato nel tempo grandi quantità di rifiuti plastici.

Questi vengono spinti dalle correnti oceaniche e vanno a concentrarsi in determinate zone, dove rimangono intrappolati in vortici acquatici, andando a creare dei veri e propri accumuli.

La più famosa isola di plastica si trova nell’Oceano Pacifico ed è nota come Great Pacific Garbage Patch, con una superficie stimata pari a quella della penisola iberica.

Queste isole di plastica minacciano l’ecosistema e la salute dei nostri mari, incidendo notevolmente anche su quelle che sono le problematiche di salute annesse.

Attualmente non si hanno riscontri numerici definiti sulle conseguenze dell’ingerire alimenti contenenti plastica, ma la presenza della stessa non è sicuramente auspicabile.

Ridurre l’estensione di tale fenomeno può incidere anche sulle isole di plastica.

le isole di plastica

Eliminare la plastica monouso

La plastica monouso è un materiale che viene utilizzato solamente una volta prima di diventare rifiuto.

Per ridurre il consumo di plastica monouso e limitare la sua dispersione nell’ambiente e negli oceani, l’Unione Europea ha adottato la direttiva SUP (Single Use Plastic) che è entrata in vigore il 14 gennaio 2022.

In questo modo si dovrebbero ottenere risultati concreti per la riduzione della plastica monouso.

La direttiva identifica quell’intervento normativo che vieta l’impiego di specifici prodotti in plastica monouso per i quali non vi sono reali altenative in commercio.

Ecogenia vuole aiutare il nostro paese con gesti concreti

Affinché si possa contribuire alla riduzione della plastica, Ecogenia propone diverse soluzioni efficaci:

  • I depuratori acqua domestici
  • L’ozonizzatore domestico

In cosa consiste il depuratore d’acqua domestico

L’acqua che esce dal rubinetto di casa è potabile buona da bere e da utilizzare, ma potrebbero esserci al suo interno delle sostanze nominate indesiderate a causa delle tubature datate che potrebbero andare a cambiare il sapore della nostra acqua.

Proprio per questo esistono i purificatori d’acqua che sono degli impianti che vengono posizionati in cucina e che permettono di far uscire dal rubinetto acqua pura e leggera.

Alcuni impianti dispongono anche di acqua frizzante, questo per soddisfare le esigenze di tutti.

In questo modo si riduce il consumo di plastica, eliminando l’acquisto delle stesse contrastando quindi l’inquinamento ambientale.

L’ozonizzatore domestico Igenial per la tua lavatrice

Ecogenia ha una visione a 360° e sensibile alla tematica dell’inquinamento, trova importante eliminare anche la plastica durante i lavaggi in lavatrice.

Utilizzando un ozonizzatore domestico, si utilizzerà acqua con ozono per lavare e disinfettare i capi, riducendo in primis le confezioni di plastica contenente i detersivi e inoltre i lavaggi saranno totalmente ecologici.

L’azienda Ecogenia attiva da tanti anni sul mercato dispone di soluzioni ecologiche , all’avanguardia in diversi settori.

L’importanza dell’ambiente è al primo posto

assumere acqua dal rubinetto

Obiettivo benessere, l’impegno di Ecogenia per un mondo più green

Nella mission di Ecogenia da sempre l’obiettivo benessere è al primo posto.

La crescita aziendale degli ultimi anni ha infatti ampliato l’offerta di soluzioni green per ridurre l’impronta ecologica nelle case degli italiani.

In questa intervista, l’Amministratore Delegato dell’azienda, Dino Paolino, racconta le innovazioni e i traguardi del Gruppo.

Crescita aziendale e obiettivo benessere, i successi di Ecogenia

Tra gli obiettivi che una società si pone al momento della sua costituzione, oltre a quelli commerciali e di crescita, altrettanto importanti sono quelli legati alla promozione del benessere delle persone e dell’ambiente.

Con questi punti fissi, Ecogenia opera da anni sul mercato italiano al fine di rendere accessibile a tutte le famiglie un’acqua leggera e salutare direttamente a casa. Ma non solo, grazie al successo del brand Acqualife, ha lanciato nuovi marchi dedicati all’efficientamento energetico, alla termoidraulica e alla cura del corpo a sostegno dell’alimentazione.

Dell’obiettivo benessere di Ecogenia per le persone e del suo modello di business di successo, parla in queste pagine Dino Paolino, Amministratore Delegato dell’azienda. Cresciuto a Brescia con un forte spirito imprenditoriale, ha all’attivo numerose esperienze.

Come amministratore di società di gestione e management, amministrativo-fiscali, di meccanica di precisone, in campo edile e prefabbricati e del settore alimentare.

Dal 2013 a oggi, ha contribuito a ottenere risultati incredibili con Ecogenia srl, credendo con passione in tutto ciò che fa e promuovendo i rapporti umani, prima di ogni cosa.

Soluzioni green, il racconto dell’Amministratore Delegato

“Creare un ambiente sano e tranquillo, dove le persone lavorano felici è il più grande traguardo che un’azienda può raggiungere. Per questo, parte del mio lavoro è comprendere le potenzialità di ogni collaboratore e spronarlo per dare il meglio di sé”, racconta Paolino.

Grazie alla coesione del team di lavoro e alle intuizioni imprenditoriali, Ecogenia è oggi un solido Gruppo che lavora perseguendo l’obiettivo benessere per ridurre l’impronta ecologica degli italiani.

Per raccontarne la storia, tuttavia, è necessario fare un salto indietro nel tempo. Più precisamente nell’aprile del 2009, quando l’idea di prendersi cura delle famiglie italiane, rendendo di qualità l’acqua erogata dai rubinetti, è diventata realtà con la costituzione della società.

“Fin dall’inizio ci siamo adoperati nello sviluppo di depuratori domestici a osmosi inversa con tecnologia italiana. Abbiamo creato sinergie con i nostri fornitori e dato vita a dispositivi di alta qualità per il brand Acqualife. L’acqua è da sempre il nostro focus principale. Fonte di vita ed elemento essenziale dell’ambiente, nel suo percorso dagli acquedotti comunali fino alle abitazioni può venire a contatto con sostanze indesiderate che, un depuratore domestico a osmosi inversa, è in grado di eliminare”, spiega l’ad di Ecogenia.

“I clienti hanno da subito dato ragione alla nostra intuizione che si è dimostrata un’efficace risposta a un bisogno intrinseco degli italiani. Quello di eliminare i costi e la logistica per l’acquisto delle casse d’acqua. Ma anche godere di un liquido di qualità per cucinare e smettere di inquinare dicendo addio alle bottiglie di plastica”.

Professionalità e dedizione alla mission aziendale

Obiettivo benessere: l’espansione del Gruppo con nuove soluzioni green

Una volta messi a punto i prodotti, l’azienda ha lavorato sulla strategia commerciale, sul marketing e sul post-vendita, aprendo filiali nel nord, centro e sud Italia. In questo modo può garantire una presenza capillare sul territorio e servire in maniera puntuale ed efficiente tutti i clienti.

“L’assistenza e la manutenzione sono un punto importantissimo per Acqualife e un driver differenziante rispetto ai competitor sul mercato”, svela Dino Paolino.

“Oltre a questo, abbiamo sempre cercato un contatto diretto con le persone, andandole a trovare direttamente a casa con del personale preparato. La rete vendita di Ecogenia è infatti composta da esperti in grado di fornire informazioni esaustive poiché sono tutti formati come Tecnici Ambientali in Biosicurezza (TAB) presso la Scuola Saint George, prestigioso istituto con cui l’azienda collabora da anni”.

La professionalità è legata alla conoscenza e l’aspetto della formazione è imprescindibile per l’espansione del brand, così come la valorizzazione del capitale umano.

“Chi collabora con Ecogenia è attento alle tematiche della sostenibilità e del benessere e condivide la mission aziendale con soluzioni green per ridurre l’impronta ecologica degli italiani. Questi sono i motivi per cui abbiamo un turnover molto basso: i dipendenti dell’azienda lavorano con noi, non per noi”.

La crescita aziendale fino al 2022

L’attenzione sempre più grande verso l’obiettivo benessere di questi ultimi anni, ha portato a espandere i servizi e i prodotti offerti da Ecogenia, che si è aperta all’efficientamento energetico per il raggiungimento del benessere abitativo.

“Dal 2009 il business si è potenziato molto, con prodotti nell’ambito termo-idraulico e fotovoltaico, fino ad arrivare allo sviluppo di integratori alimentari e prodotti elettromedicali per la cura del corpo” dice l’ad.

“Come Gruppo ci siamo recentemente affacciati al campo della medicina quantistica e stiamo utilizzando un sistema che rende l’acqua intelligente e informata. Queste attività fanno parte del business plan e si consolideranno in futuro per offrire sempre più soluzioni green agli italiani”.

Ogni nuovo tassello della struttura di Ecogenia vive in simbiosi con il mondo dell’acqua, che resta il tema più importante attorno al quale ruotano tutti gli altri ambiti di interesse del marchio.

“Da imprenditore, sono conscio che la nostra azienda lavora nella direzione giusta poiché fornisce alle persone prodotti e servizi per migliorare la propria vita. Nei prossimi anni ci sarà sempre più attenzione verso l’alimentazione. Dato che l’acqua è fondamentale, accompagneremo i nostri clienti verso prodotti di valore, facendo del bene anche all’ambiente”.

Obiettivo benessere di Ecogenia

Come disinfettare il bucato in lavatrice in modo naturale

Sono diversi i metodi efficaci che non impattano sull’ambiente che permettono di disinfettare il bucato in lavatrice e avere sempre panni puliti.

Molti dei detergenti presenti in commercio eliminano le macchie più difficili, regalano un profumo inebriante ma non sono in grado di garantire un’igiene profonda.

Proteggere tutta la famiglia da germi e batteri diventa una necessità, soprattutto in presenza di neonati o persone soggette a micosi della cute.

In questi casi è ancora più importante evitare l’utilizzo di detergente chimici perché troppo aggressivi per il pH della pelle.

Le regole di base per disinfettare il bucato in lavatrice

Come anticipato disinfettare il bucato in lavatrice in certi casi è fondamentale, soprattutto quando in casa vivono bambini.

Esiste un disinfettante naturale, che oltre a garantire un bucato super profumato, permette di eliminare germi e batteri? La risposta è sì, anzi più di uno, purché si utilizzino in concomitanza con alcune regole di base:

  • Non eccedere con detersivo e ammorbidente, infatti l’errore più comune è credere che più detersivo equivalga a ottenere panni più puliti
  • Stendere subito i capi bagnati e lasciar asciugare in un luogo ben arieggiato
  • Mantenere pulita la lavatrice, in particolar modo il cestello e le guarnizioni
  • Scegliere il programma di lavaggio giusto

Disinfettare il bucato in lavatrice: 5 modi completamente naturali

Effettuare lavaggi ecologici con prodotti naturali è anche un modo per risparmiare sugli acquisti dei tanti (troppi) detergenti chimici in commercio.

Ecco i modi per disinfettare il bucato in lavatrice in maniera del tutto eco-sostenibile.

1. Percarbonato di sodio

Un modo eco-compatibile per disinfettare il bucato in lavatrice è il percarbonato di sodio: un prodotto sbiancante e smacchiante già a basse temperature.

Per distruggere tutti i germi e batteri presenti nel bucato è sufficiente aggiungere del percarbonato direttamente nel cestello e procedere con il lavaggio a una temperatura di 30°.

Attenzione: non è indicato per indumenti di lana, lino, pelle o seta!

2. Aceto di vino bianco

Non tutti sono a conoscenza del fatto che inserire un tappino di aceto di vino all’interno della vaschetta al posto dell’ammorbidente permetta di disinfettare il bucato in lavatrice in maniera impeccabile.

L’acido acetico, componente dell’aceto in una percentuale che varia dal 3 al 6%, è in grado di eliminare i microbatteri presenti nelle fibre tessili dei panni sporchi.

Inoltre usare l’aceto aiuta decalcificare la lavatrice in modo naturale.

Olio di tea tree

3. Olio essenziale di Tea Tree

Per disinfettare il bucato in lavatrice si può utilizzare anche qualche goccia di Tea Tree.

Questo olio essenziale è infatti particolarmente apprezzato per le sue proprietà antibatteriche e antimicotiche. Per ottenere panni puliti e igienizzati è sufficiente aggiungere al comune detersivo per bucato 5 gocce di questo olio.

4. Bicarbonato di sodio

Anche il bicarbonato di sodio è un potente alleato utile a disinfettare il bucato in lavatrice ed eliminare così germi e batteri.

Per ottenere l’azione disinfettante da questo prodotto naturale è sufficiente aggiungere all’interno della vaschetta del detersivo due cucchiai di bicarbonato e lavare i capi come di consueto.

5. Disinfettare il bucato in lavatrice con l’ozonizzatore domestico

L’utilizzo dell’ozono all’interno dell’acqua di lavaggio garantisce l’eliminazione di germi e batteri in modo naturale e sicuro, permettendo così di ottenere un bucato pulito e igienizzato.

A differenza degli altri prodotti appena menzionati, grazie all’utilizzo dell’ozono non è necessario utilizzare detergente e ammorbidente.

L’ozonizzatore domestico del brand Igenial di Ecogenia è compatibile con qualunque lavatrice e trasforma l’acqua fredda in un potente disinfettante naturale che, non solo lava i capi, ma li igienizza perfettamente.

Metodi per disinfettare

Inquinamento da microplastiche, il nemico invisibile dell’ambiente

L’inquinamento da microplastiche è un nemico silenzioso e invisibile dell’ambiente.

La plastica nei mari è tristemente diffusa e purtroppo non tutti si rendono conto dei danni che essa provoca all’ambiente.

Ecco cosa bisogna sapere su un problema sempre più grave e quali soluzioni attuare per limitarlo al minimo.

Perché l’inquinamento da microplastiche è così pericoloso

La caratteristica principale delle microplastiche riguarda proprio le loro dimensioni piuttosto contenute.

Le misure delle particelle possono essere comprese tra 0,1 micrometri a 5000 micrometri (µm), ossia 1/5 millimetri.

Si definiscono invece nanoplastiche quelle di grandezza 0,001 a 0,1 µm (da 1  a 100 nanometri) ed entrambe si rivelano altamente nocive per l’ecosistema marino.

Infatti, le misure delle micro e nano plastiche fanno in modo che si insinuino ovunque. Tali sostanze infestano buona parte del pianeta e bisogna necessariamente correre ai ripari per tenere la situazione sotto controllo.

La plastica nei mari, infatti, viene spesso ingerita da numerosi animali che vivono nelle acque inquinate. Anche l’acqua che beviamo può contenere tracce di microplastiche, soprattutto quella contenuta in bottiglie di plastica.

I danni provocati da questo polimero sintetico sono pressoché incalcolabili, per l’ambiente, gli animali e anche gli esseri umani.

Come si formano le microplastiche?

Solo in tempi recenti, il problema dell’inquinamento da microplastiche è stato trattato con la dovuta attenzione dai ricercatori.

Ancora oggi non si conoscono fino in fondo i reali rischi che questo polimero sintetico causa all’ecosistema marino e terrestre.

La formazione delle microplastiche può essere dovuta:

  • da particelle di plastica prodotte intenzionalmente per essere aggiunte in alcuni prodotti, come nei cosmetici o nelle fibre sintetiche. Queste microplastiche sono dette primarie
  • dallo smaltimento o la decomposizione di rifiuti in plastica. Sono le microplastiche secondarie.

In base a varie ricerche portate avanti, emerge che nell’ambiente marino sono sparse varie tipologie di plastiche, provenienti da bottiglie, piatti, bicchieri, posate e buste in generale.

Il problema è ancora più sensibile in Italia, considerato che il mare nostrum viene considerato tra i più inquinati a livello globale.

Microplastiche primarie e secondarie

Inquinamento da microplastiche, un fenomeno sempre più diffuso nel Mediterraneo

Il triste fenomeno della plastica nei mari viene sentenziato nel 2020 anche dal rapporto “Mare Plasticum: The Mediterranean” diffuso dalla IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

In base alla ricerca, il mare viene dilaniato ogni anno da 229 mila tonnellate di rifiuti plastici, provenienti da 33 nazioni che si affacciano sul mare.

Tra le cause scatenanti, vengono menzionate l’alta densità di popolazione, l’afflusso dei turisti, la navigazione delle navi mercantili e una gestione poco oculata dei rifiuti.

Secondo il report i paesi più inquinanti sono l’Egitto (32,3%), Italia (14,8%) e Turchia (10,5%).

Per quanto riguarda le microplastiche, il Belpaese conta 34000 tonnellate all’anno, con Roma che precede Milano e Torino.

Le soluzioni da adottare

Non è facile affrontare al meglio questo problema. Ma oggi siamo consapevoli che ognuno di noi può agire per cambiare le cose.

Ecco alcune possibili soluzioni all’inquinamento da tenere in considerazione per tutelare l’ambiente:

  • Ridurre al minimo l’utilizzo delle bottiglie di plastica, utilizzando borracce e acqua del rubinetto purificata
  • Evitare l’impiego di tessuti sintetici, scegliendo tessuti naturali
  • Evitare l’uso della plastica usa e getta scegliendo materiali sostenibili e alternativi

Sono solo alcune delle possibili opzioni da mettere in pratica, ogni giorno si può fare qualcosa per scongiurare qualsiasi rischio derivante dalla plastica nei mari.

Ecogenia, una realtà che punta tutto sulla sostenibilità

Per ridurre al minimo il problema della plastica nei mari, Ecogenia agisce per trovare le migliori soluzioni per l’inquinamento.

L’azienda nasce per mettere a disposizione prodotti di alta qualità e ridurre al minimo sprechi ambientali.

I purificatori d’acqua domestici del brand Acqualife fanno parte delle migliori realtà ad alta sostenibilità di Ecogenia e contribuiscono a eliminare l’uso delle bottiglie e bottigliette di plastica ogni giorno.

Bere acqua dal rubinetto

Lo sviluppo sostenibile, quanto è green l’Italia?

La transizione ecologica è un processo graduale con cui tutti i Paesi del mondo stanno attuando nuove strategie di sviluppo sostenibile.

Grazie a politiche green, all’implementazione di energie rinnovabili e all’attuazione dell’economia circolare, le nazioni europee sono sempre più sostenibili.

L’Italia ha diversi primati in campo di tutela ambientale, mentre in alcuni ambiti resta indietro rispetto alle nazioni che la circondano. Qui abbiamo raccolto numerosi dati per comprendere quanto è green il nostro Paese e quali sono i margini di miglioramento per i prossimi anni.

Gli sforzi dell’Italia per lo sviluppo sostenibile

Giunto alla sua settima edizione, il rapporto Greenitaly sviluppato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, raccoglie numerosi dati sulla tutela ambientale e sullo stato dell’arte dell’economia circolare in Italia.

Il quadro emerso nel 2021 mostra segnali rassicuranti e pone le basi per far sì che il Belpaese sia tra i principali protagonisti delle prossime conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Dai dati è infatti evidente un’importante accelerazione green, da potenziare nei prossimi anni grazie agli investimenti del Recovery Fund.

Sviluppo sostenibile, quanto si ricicla in Italia

L’Italia è leader nello sviluppo sostenibile quando si parla di riciclo. Ha infatti un’alta percentuale di recupero dei rifiuti prodotti, che si attesta sul 79,4%.

I dati presentati dalla ricerca Greenitaly esaltano l’impegno virtuoso del Belpaese nella raccolta differenziata, che misura quasi il doppio rispetto alla media europea (49%).

Questo significa un grande passo avanti per la sostenibilità con un risparmio annuale di 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e 63 milioni di CO2 risparmiati all’ambiente.

Inoltre, l’Italia è al quarto posto per la produzione di biogas provenienti da rifiuti organici e dal settore agricolo, superata solo da Germania, Cina e Stati Uniti.

A livello industriale, la filiera dell’arredo è particolarmente all’avanguardia poiché il 95% del legno viene riciclato e utilizzato per produrre nuovi pannelli. Questo ci permette di ridurre le emissioni di CO2 nell’ordine di 2 milioni all’anno.

Le sostenibilità delle fonti rinnovabili

In tema di consumi elettrici, in Italia solo il 37% del fabbisogno totale è stato soddisfatto nel 2021, con una produzione totale di 166 TWh. Si tratta di un dato ancora scarso, insufficiente per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica imposti per il 2030.

Infatti, sul territorio nazionale, fino al 2020 erano presenti solamente 950 mila impianti elettrici da fonti rinnovabili, capaci di generare una potenza complessiva di 56 GW.

Di questi, il 95% sono fotovoltaici, il 3% eolici, mentre i restanti comprendono pannelli solari termici, geotermici e bioenergie.

In vista degli aumenti delle bollette e della carenza energetica dovuta alla guerra, è importante che il Paese dia un’accelerata. Lo sviluppo di nuovi impianti sostenibili è infatti essenziale anche per la tutela ambientale.

L'Italia è il paese più virtuoso per la raccolta differenziata

Sviluppo sostenibile, i dati negativi della qualità dell’aria

I dati sulla qualità dell’aria in Italia sono a dir poco sconfortanti. Quelli pubblicati dall’European Environment Agency  ci posizionano al primo posto, insieme alla Polonia, per il numero di centri abitati oltre le soglie massime di inquinamento.

I limiti massimi di PM2,5 (polveri sottili) superano i limiti stabiliti dall’UE in 15 città italiane, che figurano così tra le più inquinate d’Europa. Le situazioni più drammatiche si registrano a Cremona e Padova con livelli superiori a 25 microgrammi per metro cubo d’aria.

Messe male anche Milano, Torino, Verona e Piacenza così le aree urbane distribuite in Pianura Padana. L’unica città presente nella top 20 di città meno inquinate è Sassari, con quantità di polveri sottili compresi tra 5 e 10 μg/m3.

L’acqua potabile: disponibilità e sprechi

Anche l’accessibilità, la qualità e gli sprechi di acqua potabile sono un parametro chiave per lo sviluppo sostenibile di un Paese.

In materia di sprechi, l’Istat sottolinea che in Italia i problemi alla rete idrica causano la dispersione del 40% dell’acqua. Degli 8,2 miliardi immessi nelle reti idriche nazionali, solo 4,7 miliardi arrivano a destinazione per colpa di impianti obsoleti e tubature rotte.

Dal punto di vista del consumo individuale, ogni giorno gli italiani utilizzano circa 215 litri d’acqua a testa.

Senza contare quella utilizzata per bere e cucinare grazie a impianti di purificazione domestica a osmosi inversa. Oltre a valorizzare l’acqua che scorre dal rubinetto, rendendola leggera e salutare, questi permettono di risparmiare all’ambiente tonnellate di plastica.

Bere quest’acqua potabile di alta qualità (priva di impurità) permette anche di ridurre gli spostamenti e la logistica legata all’acquisto di casse d’acqua, riducendo l’impronta ecologica delle famiglie italiane.

A oggi il 77,6% della popolazione dichiara di utilizzare l’acqua del rubinetto, con un incremento del 4% rispetto all’indagine Istat precedente. Il 25% lo considera comodo, il 24,8% lo fa per motivi di tutela ambientale, mentre il 19% per risparmiare sull’economia domestica.

L’impatto delle industrie sulla tutela ambientale

Moda e tessile, settori che distinguono da sempre l’Italia nel mondo grazie all’eleganza e allo stile inconfondibile, puntano sullo sviluppo sostenibile.

Dall’eliminazione di sostanze chimiche dai processi di produzione, all’upcycling, fino a nuovi progetti per allungare la vita dei capi. Le iniziative di eco-design sono sempre di più, così come gli impegni collettivi.

Un esempio? Fashion Pact, che punta a rivoluzionare la filiera della moda riducendo drasticamente le emissioni di gas serra.

Tuttavia, il settore del fast fashion è ancora predominante nel mercato e causa una dispersione di tonnellate di microplastiche negli ecosistemi.

Sviluppo sostenibile, la mobilità elettrica

La micro mobilità sostenibile non sembra attirare più di tanto gli italiani, ancora fedeli alla propria auto, con cui si spostano per raggiungere il lavoro e nel tempo libero.

Secondo i dati riportati da Il Sole 24 ore, l’Italia è la nazione europea con il maggior numero di automobili in relazione al numero di abitanti. Si parla quindi di 663 macchine ogni 1000 persone, contro le 574 della Germania e le 482 della Francia.

Ma non si tratta solamente di veicoli inquinanti a benzina o diesel. Il Belpaese è in realtà all’avanguardia per l’efficientamento dell’industria meccanica e per l’applicazione dei modelli di Industria 4.0.

Ovvero di una nuova filiera digitale green che ripensa le fasi di produzione dei prodotti con un approccio circolare.

Il settore dell’automotive è leader in questo senso, con basse emissioni e un nuovo impegno per la realizzazione di auto elettriche. In tre anni si è infatti passati dallo 0,1% al 39,5% di veicoli ibridi prodotti sul totale complessivo.

Gli investimenti nell’economia circolare

Secondo l’ultimo rapporto Greenitaly, sono 441 mila le imprese italiane che hanno investito sulla green economy negli ultimi 5 anni. La ricerca del 2021 afferma che il 31,9% delle aziende ha potenziato tecnologie e prodotti green nonostante la crisi dovuta alla pandemia globale.

Questo perché sempre più imprenditori sono consci dei vantaggi a lungo termine dello sviluppo sostenibile, specialmente coloro che operano ed esportano nei mercati esteri.

Purtroppo, accanto a questi buoni esempi, ci sono imprese che non percepiscono il valore della sostenibilità, giudicando la transizione ecologica un vincolo piuttosto che un’opportunità.

Per coinvolgere il settore manifatturiero, di cui il 50% delle aziende non è a oggi favorevole a politiche green, è necessario mettere in pista percorsi di formazione adeguati.

Solamente diffondendo una cultura d’impresa sostenibile e fornendo accesso a fondi e crediti bancari, sarà possibile incrementare lo sviluppo sostenibile e fare della tutela ambientale un nuovo vanto per l’Italia.

Sviluppo sostenibile ed economia circolare

Come lavare le lenzuola e asciugamani in lavatrice?

Lavare le lenzuola e gli asciugamani correttamente è uno dei fattori che è in grado di determinare in maniera maggiore la loro morbidezza e soprattutto la brillantezza dei colori.

E’ per questa ragione infatti che è necessario porre particolare attenzione, come vedremo a breve, al corretto utilizzo di detersivi e temperature di lavaggio.

Solo in questo modo potremo avere asciugamani e lenzuola sempre perfetti e con colori brillanti.

Aspetti importanti su come lavare le lenzuola

Nel caso del lavaggi in lavatrice degli asciugamani e delle lenzuola, è bene tenere in considerazione alcuni aspetti importanti, in modo da configurare il lavaggio nel modo migliore possibile.

Il primo aspetto da valutare dunque è sicuramente quello di conoscere con precisione la composizione del tessuto del nostro lenzuolo o asciugamano.

Nel caso delle lenzuola nella maggior parte dei casi il tessuto utilizzato è o il cotone o il lino; in alcuni casi possono venir utilizzati anche i tessuti sintetici.

Per gli asciugamani invece le possibilità sono meno: in questo caso infatti, visto la sua particolare delicatezza sulla pelle e la notevole capacità assorbente, viene solitamente scelto il cotone.

Conoscere con precisione il tessuto con il quale è realizzato il nostro capo è importante per selezionare adeguatamente il programma e la temperatura di lavaggio per avere un bucato perfetto.

I programmi più adatti per lavare le lenzuola e asciugamani

Nel caso di asciugamani o lenzuola in cotone è possibile utilizzare il programma cotoni, anche con la modalità ECO attivata e a una temperatura massima di 90 gradi.

Quest’ultima tuttavia scende in maniera considerevole nel caso in qui nella formulazione del tessuto compaiono elementi sintetici; in questo caso è possibile raggiungere al massimo la temperatura di 40 gradi con sintetico.

Viste le perfomance della lavatrici moderne e dell’efficacia dei detersivi di nuova generazione, è possibile lavare le lenzuola e gli asciugamani di cotone a 40 gradi, ottenendo i medesimi risultati di un lavaggi a 90.

Come comportarsi con gli asciugamani sintetici?

Gli asciugamani sintetici sono stati una grande invenzione in quanto permettono di asciugarsi con estrema facilità ed essere subito pronti per un secondo utilizzo.

Tuttavia però, sebbene la loro estrema comodità, non sono esenti da alcuni svantaggi; primo fra tutti la possibilità di sviluppare cattivi odori.

E’ per questo dunque che questi modelli devono essere lavati dopo ogni utilizzo, in modo da scongiurare il ristagno di acqua.

Il vantaggio però è che è sufficiente un semplice risciacquo, a volte anche senza l’utilizzo di detersivo. In questo modo è possibile risparmiare sia l’energia elettrica che, soprattutto, la preziosa acqua mantenendo comunque un bucato perfetto.

Lavare lenzuola

Quali prodotti utilizzare

Le lenzuola sono uno di quei capi che deve essere lavato con più cura ed attenzione, questo soprattutto in virtù del particolare contatto che hanno con la nostra pelle.

È per questa ragione infatti che detersivi utilizzati devono essere quanto più ipoallergenici possibili e delicati nei confronti della pelle; ma devono essere comunque grandi assicurare un elevato livello di igiene e, soprattutto, di pulizia.

Per il lavaggio dei asciugamani e delle lenzuola dunque in commercio sono disponibili innumerevoli detersivi che, tuttavia, hanno il grande inconveniente di avere un impatto ambientale considerevole.

Sebbene dunque, fino a qualche anno fa, l’unico modo per assicurare una buona pulizia di questi capi fosse quella di seguire le indicazioni di lavaggio, ovvero alte temperature e detersivi aggressivi, oggi non è più necessario.

Disinfettare le lenzuola e ottenere un bucato perfetto, senza inquinare l’ambiente, è oggi possibile grazie all’ozonizzatore domestico proposto da Ecogenia.

Come funzionano gli ozonizzatori domestici

Gli ozonizzatori domestici Igenial sono in grado di liberare ossigeno attivo nell’acqua di lavaggio. Questo elemento ha la caratteristica di riuscire a garantire una disinfezione profonda anche a basse temperature.

I vantaggi sono incredibili in quanto vi è un consumo di acqua notevolmente ridotto e soprattutto vi è la totale assenza di detersivi chimici. L’acqua ozonizzata, inoltre, ha la caratteristica di riuscire a legarsi alle macchie sciogliendole.

In questo modo è possibile rimuovere le macchie più persistenti, come il trucco residuo sugli asciugamani.

Igenial nel corso del tempo è stata in grado di progettare dei dispositivi non soltanto performanti ma, soprattutto, molto efficienti.

L’ozonizzatore dunque è sicuramente il modo migliore per disinfettare ma, al contempo, avere un bucato perfetto.

Asciugamani

Come dormire bene anche in vacanza, tutti i consigli

Tante persone non sanno come dormire bene durante il periodo delle ferie, proprio quando finalmente arriva il tanto atteso momento di staccare la spina e concedersi un po’ di sano riposo.

Quando si seguono buone abitudini consolidate nel tempo, si segue uno stile di vita sano e vengono adottati ritmi costanti, addormentarsi non sarà un problema.

Queste abitudini durante le vacanze possono venire a mancare, potrebbe quindi essere utile scoprire come dormire bene quando si alloggia fuori dalla propria casa.

Come dormire bene in villeggiatura

Chi non sa come dormire bene e contrastare le notti in bianco in villeggiatura dovrebbe per prima cosa prestare massima attenzione in fase di prenotazione dell’hotel.

Meglio prediligere una struttura lontana dal traffico cittadino e dai locali notturni, nonché stanze distanti dalle scale e dall’ascensore.

Una volta sul letto sarà possibile risolvere i disturbi del sonno:

  • leggendo un libro;
  • facendo esercizi di respirazione;
  • indossando i tappi per le orecchie.

Riposare bene durante i primi giorni di vacanza

Durante le prime notti in hotel potrebbe capitare di sentirsi agitati, per questo è bene non andare a letto subito ma concedersi una passeggiata.

Un occhio di riguardo merita l’alimentazione che dovrà essere leggera e altamente digeribile.

Per questo è sempre meglio ridurre il consumo degli alcolici e dei cibi dolci e bere molta acqua leggera e salutare.

Dormire fuori casa spesso è più difficile del previsto perché si rivela complicato scrollarsi di dosso l’emozione dopo aver trascorso una giornata entusiasmante.

Un buon bagno caldo per distendere i muscoli potrà diventare un vero e proprio toccasana per dormire bene e prendere sonno velocemente.

Come dormire bene con rimedi naturali

La lista dei consigli su come dormire bene prevede di non fare pisolini pomeridiani troppo lunghi.

Bastano al massimo 30 minuti per evitare di compromettere il riposo notturno ed evitare di svegliarsi nel cuore della notte.

Nonostante i ritmi differenti della vacanza il sonno ideale non dovrebbe superare le 7 o le 8 ore.

Occorre quindi sfruttare le ferie per rigenerare il corpo e la mente, ma anche per svolgere attività diverse dal solito che permettono di arrivare a letto stanchi e desiderosi di chiudere gli occhi.

Una volta distesi a letto è bene non portare lo smartphone, il tablet o altri dispositivi, spinti dalla voglia di condividere le foto delle vacanze.

Si ricorda che la luce emanata dagli schermi influisce in modo negativo sul buon riposo notturno.

Assumere melatonina inoltre ha il vantaggio di migliorare la qualità del sonno e di ridurre il tempo necessario per addormentarsi.

Questo rimedio naturale non genera alcun tipo di assuefazione e contrasta al contempo i disturbi del sonno.

Come dormire bene creando un ambiente confortevole e accogliente

Quando si affronta il tema su come dormire bene non si può trascurare il comfort della stanza da letto.

A questo riguardo, i guanciali e il materasso che vengono forniti dall’hotel non sempre soddisfano le esigenze dei turisti, i quali al mattino si svegliano con un senso di stanchezza.

Al fine di soddisfare le diversificate esigenze di riposo, si può sempre puntare sulla LineaRiposo Montblanc.

Brand di materassi di alta qualità, anatomici, traspiranti e che seguono le linee del corpo, in modo da garantire una corretta postura durante la notte.

Visto che non è possibile portare in vacanza un materasso per alzarsi carichi di energia, si può sempre inserire nel proprio bagaglio un cuscino a marchio Montablanc, adatto per tutte le stagioni, che coniuga comodità e traspirazione.

Dormire bene fuori casa